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L'arrotino col vizio della truffa agli anziani

RAVENNA Nel giro di un paio di giorni a Reda di Faenza, nel Ravennate, ha tentato di truffare due anziani facendo loro credere che avevano rotto lo specchietto della sua auto con manovre incaute de…

Pubblicato il: 07/08/2015 – 14:00
L'arrotino col vizio della truffa agli anziani

RAVENNA Nel giro di un paio di giorni a Reda di Faenza, nel Ravennate, ha tentato di truffare due anziani facendo loro credere che avevano rotto lo specchietto della sua auto con manovre incaute delle rispettive vetture. E chiedendo per questo un risarcimento in contanti per non coinvolgere assicurazioni o forze dell’ordine. Ma la seconda volta, ieri mattina, gli è costata l’arresto da parte dei carabinieri. Protagonista dell’accaduto è un 24enne nato a Castrovillari ma residente ad Adrano anche se per natura del suo lavoro (fa l’arrotino), errante assieme al resto della famiglia. Tanto che la loro roulotte, ora parcheggiata alle porte di Padova, fino a ieri si trovava a ridosso di Ravenna.

L’allarme è partito attorno alle 10.30 quando un residente ha chiamato il 112 per dire che un anziano gli aveva chiesto aiuto a causa di un tentativo di truffa appena subito. Una pattuglia del Radiomobile, già in allerta in tal senso per via di episodi analoghi accaduti sul territorio ravennate nei giorni scorsi, dopo poco a un centinaio di metri dal luogo dell’accaduto ha agganciato l’Alfa Romeo grigia del sospettato: accanto al 24enne, viaggiava la giovane moglie a suo dire incinta di una settimana. Una volta accompagnato in caserma, il giovane, caratterizzato da un appariscente ciuffo di capelli a cresta, è stato subito riconosciuto dall’anziano coinvolto nel tentativo di truffa. Poco dopo in caserma è arrivato un secondo anziano che sempre a Reda aveva subito tentativo simile martedì scorso e che per questo voleva fare denuncia: ha immediatamente riconosciuto l’Alfa grigia parcheggiata fuori dalla caserma. In mattinata davanti al giudice Andrea Galanti e al Vpo Simona Bandini, il 24enne, difeso dall’avvocato Battista Cavassi e gravato da numerosi precedenti di polizia e da un arresto a Padova nell’estate 2013, ha ammesso l’accaduto, sostenendo che si trattava della prima volta, che aveva scelto le sue vittime a caso e spiegando di averlo fatto per riuscire a mantenere il figlio piccolo e la moglie incinta. Alla fine ha patteggiato otto mesi di carcere con divieto di fare ritorno nella provincia di Ravenna.

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