CATANZARO «La continuità con il passato senza una vera e propria rottura delle prassi amministrative e gestionali della Regione, rischia di tenere in piedi i vecchi equilibri che hanno portato la Calabria nello stato in cui si ritrova». Lo afferma in una nota il consigliere regionale Carlo Guccione.
«Sarebbe interessante oltre che utile e necessario, conoscere il motivo – aggiunge – per cui ancora oggi, nonostante non vi siano problemi di natura tecnico-giuridica, non sia stato firmato il decreto che prevede la chiusura delle cinque Asi calabresi e la costituzione del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Corap). Questa operazione, oltre a portare una sensibile riduzione dei costi – cinque Consigli di amministrazione e quindici revisori dei conti in meno – porrebbe fine ad uno spreco colossale di centinaia di milioni di euro di risorse pubbliche utilizzate per una finta industrializzazione della nostra regione. Forse a bloccare la firma del decreto da parte del presidente della giunta regionale sono stati i soliti poteri forti che hanno ridotto la Calabria in queste condizioni? Eppure vi è una legge che imponeva alla giunta regionale, entro il 31 luglio 2015, la chiusura delle Asi, la costituzione del Corap e la liquidazione definitiva di altri enti che hanno sperperato quasi 1 miliardo di euro nel corso di questi anni come recentemente ricordato dalla Corte dei conti (Afor-Arssa dalla legge del 2007 che li poneva in liquidazione)».
«È grave – prosegue Guccione – che agli annunci non seguano i fatti. Renzi ha ragione quando dice che per salvare il Mezzogiorno servono meno chiacchiere e più scelte; non possiamo più assistere alla pratica di rinviare continuamente scadenze importanti facendo un favore a coloro i quali in questi anni hanno sperperato le risorse pubbliche dei calabresi. La vicenda della chiusura delle Asi e della costituzione del Corap è emblematica del fatto che la nostra regione è governata in continuità con il passato. Non una scadenza prevista dalla legge 11/2015 voluta dal presidente della passata giunta regionale è stata rispettata al 31 luglio 2015 e questo la dice lunga su come viene governata la Calabria».
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