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In Calabria il 10% del turismo “interno” italiano

«Nonostante i gravissimi disagi provocati dal crollo del viadotto dell’A3 e nonostante una perdurante disattenzione della classe dirigente calabrese, non sarà un’estate da buttare per il Sud, ma no…

Pubblicato il: 10/08/2015 – 11:00
In Calabria il 10% del turismo “interno” italiano

«Nonostante i gravissimi disagi provocati dal crollo del viadotto dell’A3 e nonostante una perdurante disattenzione della classe dirigente calabrese, non sarà un’estate da buttare per il Sud, ma non sappiamo al momento se non lo sarà anche per gli albergatori calabresi, che ancora registrano cali di prenotazioni». Ad affermarlo è Vittorio Caminiti, presidente di Federalberghi Calabria, alla luce dei dati sulla stagione turistica appena diffusi dalla struttura nazionale dell’associazione di categoria. Nel 2015, infatti, aumentano di circa 2 milioni gli italiani che andranno in vacanza, trascorrendo almeno una notte fuori di casa. Sono circa 30,4 milioni le persone tra maggiorenni e minorenni, pari al 50% degli italiani, che andranno in vacanza, costituendo un netto recupero di posizioni rispetto all’ultimo biennio, quando si registrarono 26,8 milioni (2013) e 28 milioni (2014) di italiani in vacanza. La nota positiva è che il 48% dei turisti interni ha scelto le regioni del Sud come meta del proprio relax. Oltre il 48%, infatti, di chi rimane nei confini del Belpaese si sta recando in Sicilia (18% della domanda), in Sardegna (10,4%), in Puglia (10,1%) ed in Calabria (10%).
«Si tratta – spiega Caminiti – di un risultato importante, soprattutto se rapportato ai problemi strutturali con cui da decenni ci misuriamo noi operatori turistici e alle ultime emergenze scoppiate nella nostra regione nel corso dell’inverno. Mi riferisco in particolar modo al blocco prolungato della Salerno-Reggio Calabria, che ha provocato sull’economia turistica un danno per molti di noi incalcolabile. Questo 10% di presenze ci conforta ed è una buona notizia, anche alla luce della recente indagine della Svimez, che ha drammaticamente indicato nella Calabria la regione più povera d’Italia. Naturalmente, c’è da sottolineare il fatto che i turisti tra le loro mete scelgano anche la Calabria, ma tutto ciò non vuol dire che si tramuti il tutto in reddito per gli operatori, anzi, considerando il sommerso ed il calo di pernottamenti negli hotel, infatti scelgono strutture alberghiere Il 24,5% nel 2015 rispetto al 27% del 2014, a favore dei B&B e delle case in nero».
La scelta della Calabria – aggiunge – è, infatti, anche grazie alla rinuncia di guadagni da parte degli imprenditori, e al fatto che offriamo la più bassa spesa per le vacanze, rispetto alle altre regioni Italiane».
Secondo il presidente degli albergatori calabresi, dunque, l’aumento delle presenze merita una doppia lettura: «Da una parte – afferma – tiriamo un sospiro di sollievo, ringraziando la nostra buona stella che ci ha consentito di reggere in totale la solitudine l’organizzazione della stagione estiva. L’aumento delle presenze – spiega Caminiti – è un fatto assolutamente casuale, frutto semmai del lavoro solitario e certosino degli imprenditori turistici e non certo merito della classe politica locale, che da anni ha dimenticato il settore del turismo, abbandonandolo a un cammino irto di difficoltà e privo di necessari riferimenti da parte della mano pubblica. Testimonianza è data dal fatto che la Regione Calabria non abbia ancora un assessore al ramo, nonostante la legislatura sia iniziata da nove mesi. Per cui non accettiamo inni di gioia da parte di chi non ha mosso un dito per sostenere la crescita complessiva del nostro mondo».
C’è anche per Caminiti un altro verso della medaglia: «Questo 10% – aggiunge – ci dice anche quanto il turismo, se organizzato, ristrutturato e adeguatamente valorizzato, possa realmente rappresentare una forza motrice per la povera e fragile economia calabrese. Un comparto che, grazie alla bellezza della nostra terra e a un proporzionato rapporto qualità-prezzo, cammina in sostanza da solo. È facile immaginare quali e quante potrebbero essere le ripercussioni positive se solo chi occupa postazioni di responsabilità politica avesse la lungimiranza di rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro serio e ragionato con gli operatori di settore, attraverso un piano di investimenti e una robusta e imponente campagna promozionale. L’augurio allora – afferma infine il presidente di Federalberghi Calabria – è che questi dati possano suonare la sveglia a chi finora ha dormito sonni tranquilli sulle nostre spalle».

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