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Quando Scopelliti sponsorizzava il poker di "Mariolino"

REGGIO CALABRIA Per chi lo ha conosciuto e frequentato, Mario Gennaro è un uomo che è partito da lontano. Nato e cresciuto ad Archi, da sempre sotto l’ombrello del clan Tegano, dall’epoca in cui – …

Pubblicato il: 11/08/2015 – 9:58
Quando Scopelliti sponsorizzava il poker di "Mariolino"

REGGIO CALABRIA Per chi lo ha conosciuto e frequentato, Mario Gennaro è un uomo che è partito da lontano. Nato e cresciuto ad Archi, da sempre sotto l’ombrello del clan Tegano, dall’epoca in cui – per usare le parole di un suo storico collaboratore, Ciccio “Tizmor” – «andava a rubare motorini per comprarsi le calze» si è trasformato nell’uomo degli arcoti nel mondo del gioco online. Per gli inquirenti che lo hanno arrestato invece, Mariolino era soprattutto il principale riferimento della più grande lavatrice che il clan abbia avuto a disposizione. Ma per l’ex governatore della Calabria, nonché ex sindaco di Reggio, nel 2008 Mario Gennaro era il partner perfetto con cui organizzare il Reggio Calabria Poker Festival.
Un evento “sportivo”, così è stato sponsorizzato nella comunicazione istituzionale dell’epoca, di carattere internazionale – ha sottolineato l’allora primo cittadino nel saluto ai partecipanti – ospitato dal 5 all’8 dicembre del 2008 nei «prestigiosi saloni di Villa Zerbi». Una location già all’epoca finita al centro di non poche polemiche, nonostante l’entusiasmo con cui l’allora sindaco annunciava la «manifestazione che ci consente di riaprire, per questo inedito evento, gli splendidi e prestigiosi saloni di villa Genoese Zerbi sul lungomare cittadino». Per l’allora sindaco – si leggeva sulla stampa dell’epoca – il festival di poker era infatti «un momento particolare per l’amministrazione comunale, già al centro di numerose iniziative mondiali delle quali il nostro territorio ha costantemente necessità per arricchire il patrimonio turistico». Un momento così particolare da meritare di essere ospitato nello storico palazzo cittadino – oggi come allora di proprietà di un privato – ma che negli anni dell’amministrazione Scopelliti veniva preso in affitto dal Comune come sede per eventi artistico-culturali per la modica cifra di 600mila euro l’anno. Eventi fra cui l’Amministrazione dell’epoca ha pensato di inserire il festival internazionale del poker.
Oltre al Comune, a sponsorizzare la manifestazione c’erano la Federazione italiana gioco poker, che aveva firmato il nulla osta, e l’Asi (Alleanza sportiva italiana), il cui vicepresidente era – come è oggi – il fratello del sindaco, Tino Scopelliti. L’altro sponsor della manifestazione era invece un po’ meno presentabile. Si trattava del casinò Portomaso di Malta, noto fra i giocatori non solo come tempio dell’azzardo a poche ore di volo da Reggio Calabria, ma anche per il sito omonimo tramite cui era possibile misurarsi in infiniti tornei di poker Texas hold’em. Tornei di cui l’Aims – l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato – non sapeva assolutamente niente.
Un trucchetto – hanno scoperto i pm Stefano Musolino e Giuseppe Lombardo – molto simile a quello alla base del maxi-sistema di riciclaggio nascosto dietro gli oltre 1500 punti vendita riconducibili alla Betuniq, che, per l’accusa, sarebbe stata controllata da Gennaro per conto dei Tegano, come raccontano le carte dell’operazione Gambling. E forse non a caso – sebbene del casinò non ci sia traccia nell’ordinanza con cui il gip Catalano ha ordinato l’arresto di Gennaro e altre quaranta persone, finite dietro le sbarre o ai domiciliari – il tempio maltese del gioco ha sede nella stessa torre che ospita la Betuniq limited, gestita proprio da “Mariolino”. Una casuale coincidenza probabilmente, ma su cui – altrettanto probabilmente – toccherà a investigatori e inquirenti indagare.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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