CATANZARO «L’evento di oggi in Calabria, dove permane un’allerta meteo per altre 24 ore, dimostra tutta la fragilità di una regione con l’89% dei Comuni a forte rischio idrogeologico, dove il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo non conoscono freno». Lo afferma in una nota Legambiente sottolineando che «dal 2000 al 2015 in Italia si sono verificati oltre 2mila eventi atmosferici estremi con frane e allagamenti che hanno causato la morte di più di 300 persone e richiesto uno stanziamento economico di quasi un miliardo di euro l’anno solo negli ultimi cinque anni».
«Il rischio quindi non riguarda solo la Calabria: sono ben 6.633 i Comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico e oltre 6 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni, a causa della forte urbanizzazione che ha interessato anche le aree a maggior rischio, e se è ormai condivisa l’urgenza della messa in sicurezza del territorio, è del tutto evidente che larga parte dei progetti che vengono portati avanti sono inadeguati rispetto alle nuove sfide che i cambiamenti climatici ci pongono con sempre maggiore urgenza».
«STOP AL CONSUMO DI SUOLO» «Vogliamo esprimere solidarietà e vicinanza ai concittadini di Rossano e Corigliano, delle zone del Catanzarese e del Reggino, e alle istituzioni in questa fase delicata di emergenza e soccorso – aggiunge il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone -. La Regione dichiari lo stato di emergenza e metta mano al piano di difesa del suolo e allo stop al consumo di suolo. Solo fermando la cementificazione selvaggia, l’aggressione ai fiumi e ai boschi sarà possibile diminuire i rischi degli effetti climatici estremi, oggi sempre più frequenti».
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