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«Un comitato per dire basta al commissariamento della sanità»

SAN GIOVANNI IN FIORE “La sanità calabrese tra tagli, chiusure e silenzi”, questo il tema del dibattito – moderato da Francesco Mardente – che si è tenuto l’11 agosto a San Giovanni in Fiore. Davan…

Pubblicato il: 12/08/2015 – 15:40
«Un comitato per dire basta al commissariamento della sanità»

SAN GIOVANNI IN FIORE “La sanità calabrese tra tagli, chiusure e silenzi”, questo il tema del dibattito – moderato da Francesco Mardente – che si è tenuto l’11 agosto a San Giovanni in Fiore. Davanti a un numeroso pubblico sono intervenuti Gianluigi Scaffidi, consigliere nazionale di Anaao Assomed, i cardiochirurghi Attilio Renzulli e Pasquale Fratto, l’avvocato Domenico Monteleone e il giornalista Emiliano Morrone. Punto di partenza l’attuazione del piano di rientro. A riguardo Scaffidi ha evidenziato che il disavanzo è passato «dai 30 milioni dello scorso novembre ai quasi 70 di luglio», pure perché «per un anno il governo ha tenuto la Calabria senza un responsabile della sanità, poi evitando di nominare commissario il governatore Mario Oliverio, cui l’incarico spettava per legge». Scaffidi ha parlato di nodi irrisolti: «Il finanziamento illegittimo della Regione Calabria per il policlinico dell’Università di Catanzaro, la mancata attivazione degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare, la paralisi del turn over, l’abbaglio delle nuove assunzioni» e la gestione a suo avviso «inadeguata» del commissario Massimo Scura e del suo vice Andrea Urbani.
Renzulli ha raccontato la sua vicenda di «estromissione da primario della Cardiochirurgia dell’Università di Catanzaro» e posto l’accento sulla «gestione affaristica della sanità da parte della politica e dei poteri forti, sicuramente non mafiosi». Fratto ha sottolineato come «negli altri comuni italiani vi sia un profondo attaccamento all’ospedale del luogo, il che non è altrettanto in Calabria», esortando a una reazione contro i tagli nella sanità. Monteleone ha introdotto il tema della «persuasione occulta da parte dei poteri finanziari». Per il legale è «necessario aprire gli occhi, guardare con attenzione, documentarsi e reagire». Morrone, invece, ha detto, ribadendo alcuni concetti espressi da Monteleone, che «le riforme costituzionali non servono a nulla e sono funzionali ai tagli progressivi imposti dai poteri finanziari». In questa logica, ha aggiunto Morrone, è da intendere anche il piano di rientro. Il diritto alla salute, secondo il giornalista, «non può essere subordinato ai conti, al pareggio di bilancio». Secondo Morrone «va fondato un comitato senza colori politici che si batta per l’uscita della Calabria dal commissariamento, che è un affare, un vincolo e una iattura». Per Morrone, «Scura e Urbani non possono più gestire la sanità regionale, perché non hanno ridotto gli sprechi e hanno invece chiuso reparti e tagliato servizi di base. Questo – ha concluso – è il momento di lottare nell’unità per evitare che l’ospedale di San Giovanni in Fiore e gli altri ospedali calabresi subiscano tagli o vengano addirittura chiusi».
Presente all’incontro anche una delegazione del comitato pro Marrelli Hospital, per la quale «la mancata autorizzazione della struttura è un abuso, non ha fondamento giuridico e deve avere rimedio con una battaglia civile e di giustizia».

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