Di Kpmg, con riferimento al suo ruolo di advisor sulla sanità calabrese, dicono tutti male ma tutti ne proteggono l’operato e ne arricchiscono il portafoglio. Lo testimonia anche l’iniziativa che Confindustria minaccia di assumere, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e a quella di Catanzaro, dopo avere atteso quasi due mesi di avere accesso agli atti della Kpmg senza ottenere neanche una evasiva risposta da parte della Regione Calabria e dell’Ufficio del Commissario per il piano di rientro.
Il 29 giugno scorso, infatti, il presidente di Confindustria Reggio Calabria ha fatto notificare al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie; all’Ufficio del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro e al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, una forma “Richiesta accesso documenti amministrativi ai sensi e per gli effetti degli Artt. 22 e seguenti della Legge n° 241/2002 ed dell’Art. 16 della legge n° 86 / 1990” chiedendo di essere autorizzata alla «estrazione di copie, a tutti i documenti relativi al conferimento di incarico alla Società KPMG, quale Advisor, ed alla attività da questa effettuata in esecuzione dell’incarico stesso, ed in specie: Eventuale procedura di evidenza pubblica per l’affidamento dell’incarico, ovvero le modalità alternative adottate; Delibera di affidamento dell’incarico; Contratto relativo alle attività affidate; Eventuali rinnovi e/o proroghe dell’incarico originario; Eventuali autorizzazioni al subappalto; Eventuali rendicontazioni dell’attività svolta».
La richiesta di atti si estendeva poi anche all’«Elenco di tutti i mandati di pagamento a qualsiasi titolo effettuati a favore dell’Advisor; Modalità di individuazione delle partite da saldare e meccanismi relativi alle priorità da adottare; Eventuali disposizioni degli Uffici della Regione relative alle modalità di individuazione delle partite da saldare ed i meccanismi relativi alle priorità da adottare”. Veniva anche spiegato il legittimo interesse dell’associazione confindustriale “AD accedere ai predetti documenti”, perché rappresentativa delle imprese “presenti sul territorio della provincia di Reggio Calabria, portatrici di crediti nei confronti della A.S.P. di Reggio Calabria, oggetto di ricognizione da parte dell’anzidetta KPMG».
La richiesta si concludeva con l’avviso che «trascorso inutilmente il termine perentorio di giorni trenta dalla ricezione della presente, ci si vedrà costretti a denunziare la relativa omissione alle competenti autorità giudiziarie». Come detto, all’iniziativa è corrisposto il più assoluto silenzio. Attorno a Kpmg è stato rinforzato il solito muro di gomma, quello che da ormai cinque anni circonda la presenza e l’azione della multinazionale il cui “servizio” sta costando alla Regione Calabria decine di milioni di euro.
Nei giorni scorsi Confindustria Reggio è tornata ad esaminare la vicenda con i legali che stanno assistendo l’iniziativa. Al termine della riunione è stato dato mandato al vicepresidente di Confindustria Reggio, Valerio Berti, di predisporre nuove iniziative giudiziarie ed in particolare la presentazione di un esposto-denuncia alla due procure della repubblica competenti, nonché un ricorso al Tribunale amministrativo perché nomini un “commissario ad acta” che si sostituisca agli uffici regionali del Dipartimento e del Commissariato per favorire l’accesso agli atti richiesti da parte di Confindustria.
Fin qui la secca cronaca dei fatti. Fatti che testimoniano come la trasparenza si appalesa una delle tante promesso non mantenute da parte della Regione Calabria. Specialmente quando c’è di mezzo Kpmg ed i suoi interessi economici.
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