REGGIO CALABRIA «Giuditta Levato è un simbolo prezioso ed un esempio importante. Un simbolo per il Pd che nel decennio delle lotte per le terre (’43-’53), quando per la prima volta il movimento contadino entrò nella storia da protagonista per ottenere la riforma agraria, ha radici profonde». È quanto ha affermato il consigliere regionale del Pd Enzo Ciconte che ha «condiviso ed apprezzato», in occasione dei cento anni dalla nascita di Giuditta Levato (18 agosto 1915) a Calabricata di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, l’iniziativa del Pd di Sellia Marina, di deporre accanto al monumento in memoria di Giuditta Levato (colpita al ventre da un colpo di fucile il 28 novembre del ’46) un mazzo di fiori alla memoria e ricordarne la figura con le parole del professor Nicola Siciliani de Cumis, pedagogista alla “Sapienza” e meridionalista. «È un esempio – ha aggiunto – per le nuove generazioni: una donna, giovane, madre di due figli e incinta, disposta al sacrificio, per difendere il diritto al lavoro che il latifondo voleva comprimere, sottraendo alla cooperativa di Calabricata la terra assegnatagli dallo Stato. Oggi, come allora, Giuditta Levato ci dice che se non c’è il lavoro, non soltanto si vanifica la Carta costituzionale ma si intacca la stessa dignità della persona umana». Il segretario del Pd di Sellia Marina Fabrizio Cassala ed i consiglieri comunali del Pd Antonio Ferrarelli e Tonino Tavella, hanno sostenuto che «figure come Giuditta Levato anche a distanza di tempo, indicano la strada dell’impegno, sia alla politica che ai calabresi e soprattutto ai giovani. In tal senso, l’impegno della Regione, per mettere fine allo scandalo del precariato e per fermare la recrudescenza della povertà nell’area più povera d’Europa, deve subire un’accelerazione per dimostrare che si e’ in grado di portare a casa risultati. C’è un filo che collega quel decennio di lotte per la terra e i nostri giorni, oltre al quadro sociale drammatico di ieri e di oggi come segnalato dalla Svimez: l’urgenza di costruire, a partire dal basso, ipotesi di sviluppo che rilancino sviluppo ed occupazione». Per Siciliani de Cumis, «la lapide per Giuditta Levato più che ricordare una nascita ed una morte, è un invito ad una rinascita che si salda al “sogno di una cosa”, secondo l’espressione di Marx poi ripresa da Pasolini. Un sogno che viene da lontano. Di una vita degna di essere vissuta per sé e per gli altri. Il sogno di una alfabetizzazione non solo strumentale, ma anche critica di massa. Qui in Calabria. Il sogno stesso dei nei nostri greci, di Cassiodoro, di Campanella, giù giù fino a Zanotti Bianco e Giuseppe Isnardi. Il sogno della Regione Calabria e dell’Università della Calabria. Di Vittorio de Seta e di Albino Bernardini. Il sogno – ha concluso – di chi il 7 marzo di quest’anno ha proposto di portare Giuditta Levato nelle scuole». Il segretario del Pd di Sellia Marina, Cassala, ed in particolare i due consiglieri comunali Ferrarelli e Tavella, hanno insistito sull’idea «che i cento anni dalla nascita di Giuditta Levato non possono esaurirsi con una commemorazione, ma debbono spronare tutti noi a fare di più e meglio. A breve il Pd si farà promotore di un’importante iniziativa pubblica per discutere della questione meridionale ieri ed oggi».
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