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Pd, il controcanto di Meduri

Neanche nel buen retiro di Scilla, dove sta consumando gli ultimi scampoli di estate, Gigi Meduri (ex sottosegretario del governo Prodi ed esponente bindiano dell’assemblea nazionale dei dem) riesc…

Pubblicato il: 17/08/2015 – 15:54
Pd, il controcanto di Meduri

Neanche nel buen retiro di Scilla, dove sta consumando gli ultimi scampoli di estate, Gigi Meduri (ex sottosegretario del governo Prodi ed esponente bindiano dell’assemblea nazionale dei dem) riesce a staccare l’attenzione dalle questioni politiche calabresi più impellenti. Lettura dei quotidiani, contatti telefonici e qualche incontro informale per tenere botta e preparare al meglio un autunno denso per il Pd calabrese. 

Meduri, c’è il sospetto che l’iperattivismo di questo periodo derivi dalla mancata elezione del suo delfino Mimmo Battaglia alla presidenza del consiglio regionale…

«Ma andiamo, non è questo il punto. L’ho già detto e lo ribadisco anche qui per sgombrare il campo da ogni equivoco: io avrei preferito Battaglia ma Irto è un giovane competente, la maggioranza ha fatto complessivamente una buona scelta».

E allora perché all’improvviso si è posizionato a capo dei barricaderi del Pd calabrese?

«Perché ho preso consapevolezza del disagio che si vive in Calabria e della mancanza di dialogo all’interno del Pd. In condizioni normali i partiti mediano e discutono. Da noi non si fa né l’una, né l’altra cosa».

Lei si è messo a fare il controcanto proprio adesso che, dopo il varo della nuova giunta, sembra essere tornato il sereno tra i renziani e il governatore Oliverio…

«Ecco, è qui che volevo arrivare. Lasciando così le cose, Oliverio rischia di essere esposto a contraccolpi seri. Non si può approfittare sempre della generosità di Minniti».

Ora la butta sull’ironia…

«Tutt’altro, sono serissimo. Ho apprezzato il lavoro di ricucitura finora portato avanti dal nostro sottosegretario. Vorrei, però, ricordare che il suo compito è un altro e arriverà il momento in cui purtroppo non riuscirà a seguire con uguale dedizione le vicende calabresi».

Qual è la sua ricetta per uscire dal guado?

«La priorità deve essere quella di reperire personale politico per evitare tracolli come quelli subiti di recente a Vibo e Lamezia Terme. E poi ci si deve preoccupare di fornire alla nostra base strumenti per incidere fattivamente nelle scelte del partito. Penso, per esempio, all’assemblea regionale che non riesce a essere celebrata da mesi e alla segreteria regionale, più volte annunciata da Magorno e mai nominata». 

Insomma, par di capire che l’obiettivo delle sue critiche è il segretario regionale…

«Ma no, con Ernesto ho un buon rapporto. Gli riconosco di aver fatto un discreto lavoro in un momento non facile per il partito e per la nostra regione. Detto questo, credo che sia arrivato il momento di aprire una seria riflessione sulla concentrazione di incarichi. Va bene Renzi, ma in Calabria è proprio necessario avere un segretario regionale del Pd che è anche deputato? E ancora: è normale che tre segretari provinciali restino al loro posto pur essendo, a norma di Statuto interno, incompatibili con quell’incarico? Ma mi faccia aggiungere un’altra cosa».

Prego.

«Con la nuova legge elettorale, le postazioni “blindate” saranno soltanto tre, gli altri saranno selezionati dagli elettori con le preferenze. Dunque, non ha più senso continuare a rimanere ancorati alla poltrona con la speranza di partire avvantaggiati nella corsa alla candidatura».

Lei crede nella “fase due” di Oliverio?

«Il governatore sta facendo un buon lavoro e sta cercando di recuperare terreno dopo i primi mesi in cui sono stati accumulati ritardi vari. Ai consiglieri regionali, invece, mi sento di dare un suggerimento: lavorino per riformare la legge sulle strutture a loro supporto. Servono maggiori meccanismi di controllo e selezione per evitare gli incarichi distribuiti siano determinanti per le scelte congressuali».

Se dopo aver letto questa intervista la cercherà Magorno, lei risponderà al telefono?

«Certo che sì. Anzi, le dirò di più: lo inviterò a sorbire una granita qui a Scilla».

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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