Nell’anno 2015 un ennesimo caso di malasanità non può mettere a rischio la vita di una bimba di pochi anni di età per una banale ingestione accidentale di una batteria.
Abbiamo appreso che nella giornata di lunedì 17 agosto, una bambina, giunta all’ospedale di Locri per l’ingestione di una batteria, ha letteralmente rischiato di perdere la vita. Si è trattato di un’inaccettabile via crucis subita da una normalissima famiglia calabrese.
Infatti, dopo una lunghissima attesa nel nosocomio di Locri è stato comunicato ai genitori che la radiografia, necessaria per verificare la presenza e la sede del corpo estraneo, non si poteva effettuare in quanto l’apparecchio era guasto.
Conseguentemente, i genitori sono stati invitati a portare la bimba, ovviamente con i propri mezzi e senza alcuna assistenza infermieristica o medica, all’ospedale di Polistena. A seguito di un’ulteriore lunga attesa, i genitori hanno ricevuto la notizia che l’apparecchio per effettuare l’indispensabile lastra era, incredibilmente, fuori uso anche a Polistena.
Dopo circa tre ore, esasperati e senza alcuna indicazione precisa, i genitori decidevano di recarsi agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove fortunatamente sono giunti in tempo e, tra le 23 e mezzanotte, la bambina ha ricevuto l’assistenza del caso, vale a dire: studio radiologico, ricovero, prelievo ed endoscopia in anestesia generale.
Questa drammatica vicenda, risoltasi fortunatamente a lieto fine, evidenzia in maniera macroscopica l’assoluta malagestione della sanità nella nostra provincia e in Calabria. Una gestione che calpesta il diritto, costituzionalmente garantito, della tutela della salute.
È inammissibile che nei due ospedali spoke della provincia, fra l’altro sedi di pronto soccorso e di Dea di primo livello, entrambi gli apparecchi di radiologia siano contemporaneamente guasti, nella più totale inerzia e immobilismo dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. È, altresì, inaccettabile la mancanza di comunicazione tra i due nosocomi, con la conseguenza che si creano disservizi, mandando allo sbaraglio gli incolpevoli pazienti che si recano negli ospedali per ricevere assistenza sanitaria.
Al tempo stesso, è ingiustificabile la totale assenza di percorsi assistenziali, strumento indispensabile per garantire l’efficacia dell’assistenza sanitaria. C’è da chiedersi se tutto ciò non corrisponda a una volontaria interruzione di pubblico servizio con potenziali gravissime conseguenze per i malcapitati pazienti.
La nostra fondata preoccupazione considera anche questo episodio come parte integrante di un’indegna e cinica strategia che punta alla marginalizzazione e alla definitiva chiusura dell’ospedale di Polistena: un disegno che trova e troverà la netta opposizione della stragrande maggioranza della popolazione della piana di Gioia Tauro.
Davanti a questo scempio è palese l’inadeguatezza nella gestione della sanità a Reggio e in Calabria; in tal senso, ci chiediamo se la tanto sbandierata “Rete per le emergenze”, sempre citata in qualunque piano sanitario regionale, sia pura propaganda o esista realmente.
È, infatti, letteralmente oltraggioso del comune senso del pudore, il ridicolo balletto e scontro quotidiano a cui, da calabresi, dobbiamo assistere tra il presidente della Regione Mario Oliverio e il commissario alla sanità Massimo Scura: un violento e feroce scontro di potere che non ha assolutamente nulla a che vedere con la salute dei cittadini.
La Federazione provinciale del Pcdi di Reggio Calabria
x
x