CATANZARO Alcuni ritardi sono «di natura sistemica», e «interessano trasversalmente l’attuazione del Por». Altri sono di natura «più specifica e puntuale», riguardano procedure e settori specifici. Arrivano censure diffuse: per le «procedure adottate», risultate «estremamente complesse», e per i metodi di valutazione «troppo articolati». Tanti guai, tutti insieme, hanno costretto la giunta regionale a riprogrammare la spesa europea. Le colpe si spalmano su quasi tutte le azioni pensate per la spesa comunitaria. Le operazioni “a regia”, per esempio, hanno beneficiari diversi dall’autorità regionale e sono spesso state causa di ritardi, «in particolare nell’interfaccia beneficiario-settori regionali nella delicata fase di rendicontazione della spesa». E poi ci sono gli stop «fisiologici» connessi agli interventi sulle infrastrutture pubbliche, «che rappresentano, in termini di impegni, il 71% delle operazioni del Programma». La storia è la solita, riassunta nell’«Analisi delle modifiche del Por Calabria Fesr 2007-2013», recentemente approvata dalla giunta: «Le fasi di selezione dei tecnici da incaricare dei servizi di ingegneria e architettura, la predisposizione degli elaborati progettuali, la verifica e l’approvazione degli stessi, la fase di appalto dei lavori, e, infine, l’esecuzione delle opere, sono esposte a una serie di variabili impreviste che si manifestano nell’ordinaria attuazione degli interventi e che rappresentano causa di significativi ritardi».
CALABRIA 2.0 La prima parte del progetto “Banda ultra-larga”, secondo le informazioni arrivate dal soggetto attuatore, che è Infratel, società in house del ministero dello sviluppo economico, sarà completato entro l’anno. Non andrà così per l’intervento di completamento, che vale 38 milioni di euro, garantirà ultra-larga della totalità di 410 comuni calabresi e verrà ultimato con la nuova fase di programmazione comunitaria.
Sempre nel comparto che punta all’informatizzazione dei servizi, c’è la realizzazione del Sistema informativo sanitario regionale (Sisr), del valore di circa 16 milioni di euro. «Il progetto – scrive la Regione nel report dedicato ai fondi europei –, avviato nell’ambito della vigente fase di programmazione, garantirà una minima spesa in questo periodo di programmazione e sarà completato sulla programmazione 2014- 2020». Alla fine dell’intervento, ci sarà un’unica infrastruttura regionale di servizio per il sistema di governo del dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie e per i sistemi amministrativo-contabili delle Aziende sanitarie.
ENERGIA L’«eccessiva frammentazione su un numero elevato di interventi» ha, invece, afflitto le misure previste per il settore dell’energia, rallentando «le modalità di rendicontazione delle somme da certificare». Soprattutto per questo, in Calabria, la produzione di energia da fonti rinnovabili (almeno quella finanziata con fondi europei) segna il passo.
RIFIUTI Parte dei fondi riservati al settore dei rifiuti è stata spostata dalla giunta su altri capitoli. La scelta non riguarda la raccolta differenziata, per la quale il documento parla di «incremento di spesa certificabile», né la creazione dei centri di raccolta, ma la nascita delle isole ecologiche. In questo caso «diversi degli interventi non si concluderanno entro dicembre 2015».
LEGALITÀ I ritardi affliggono il settore “Sicurezza e legalità” nelle 25 operazioni finanziate e sono collegati «a una difficoltà nel perfezionamento delle procedure d’appalto per lavori, anche in considerazione della particolare tipologia di beni oggetto di intervento (beni confiscati alla criminalità organizzata)». Le criticità sono state «superate», ma non permetteranno di completare gli interventi entro il 31 dicembre 2015.
CULTURA In questo settore i ritardi sono stati registrati «in fase d’avvio» e sono «connessi al complesso iter procedurale che ha caratterizzato l’individuazione delle operazioni nell’ambito dei Piani di settore e dei cosiddetti completamenti».
I TRASPORTI Quello dei collegamenti per la mobilità regionale è uno di capitoli più vasti del documento. Le infrastrutture sono spesso sinonimo di rallentamenti mostruosi negli iter, specie in Calabria. E soprattutto quando si ha a che fare con grandi progetti come quelli immaginati nel Por. Le metro di Catanzaro e Cosenza e la Gallico-Gambarie presentano criticità dovute «prevalentemente alle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi di progettazione esecutiva ed esecuzione delle opere».
Per la metro di Catanzaro (la cui scheda è stata approvata nel luglio 2013) siamo all’ok per il progetto definitivo dell’intervento, il cui costo complessivo è pari a 145 milioni di euro ed è in fase di stipula il contratto con l’impresa aggiudicataria che contempla la redazione della progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori. Si prevedono 45 giorni per la predisposizione del progetto esecutivo, 180 per l’approvazione della progettazione esecutiva, 45 per la consegna dei lavori e 594 per l’esecuzione.
Più indietro (anche se è partita prima, visto che la scheda è stata approvata nel settembre 2012) l’idea della metro leggera di Cosenza. Che è, appunto, solo un’idea. È stato approvato il progetto definitivo dell’intervento, il cui costo complessivo è pari a 160 milioni di euro, e, a seguito di due gare andate deserte, nel novembre 2014 è stata disposta una ulteriore pubblicazione del bando di gara. Questa volta è arrivata una sola offerta sulla quale sono tutt’ora in corso le procedure propedeutiche alla valutazione e verifica ai fini aggiudicazione dell’appalto. Il bando prevede una tempistica di 60 giorni per la redazione del progetto esecutivo e 900 giorni per la realizzazione delle opere. Quasi tre anni, sempre che non si accumulino altri ritardi.
Per il terzo lotto del collegamento tra Gallico e Gambarie è stato approvato il progetto definitivo dell’intervento, il cui costo complessivo è di 65 milioni di euro, ed è stata emessa l’aggiudicazione definitiva dell’appalto integrato che prevede la redazione della progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori. Si prevede l’approvazione del progetto esecutivo entro il mese di settembre 2015, successivamente alla quale saranno avviati i lavori la cui durata è pari a 580 giorni.
In sintesi, i tre progetti sono in ritardo e saranno riprogrammati nei sei anni che vanno tra il 2014 e il 2020. Quei ritardi e le solite croniche inefficienze tolgono linfa alla nuova programmazione europea, costretta a prevedere interventi che avrebbero dovuto essere già completate. Tanto per rendere evidente che le incompiute non sono gratis.
Tra i “grandi progetti” c’è anche il secondo megalotto della Ss 106, per il quale «i lavori sono conclusi e si sta valutando l’ipotesi di modificare la scheda per includere ulteriori lotti funzionali. Tale integrazione compenserebbe la presenza di una serie di interventi, estremamente frammentati, sul tema dell’infrastrutturazione stradale che si procederebbe a “decertificare” dal Por».
In panne anche la realizzazione della nuova aerostazione di Lamezia Terme. Alla luce della lentezza dell’iter, il “grande progetto” è stato ritirato. Ma non abbandonato: «Troverà copertura finanziaria nell’ambito del Pac regionale». Il Piano di azione e coesione è uno strumento che serve alla riprogrammazione dei fondi, proprio per recuperare i ritardi accumulati nell’uso delle risorse assegnate per il 2007-2013.
AIUTI ALLE IMPRESE Le risorse destinate a questo capitolo ammontano a 121 milioni di euro, di cui circa 76 a valere sul Fondo regionale di Ingegneria finanziaria, gestito dalla finanziaria regionale Fincalabra Spa, e 45 a vale
re sul Fondo Jeremie, gestito dal Fei – Fondo Europeo per gli investimenti e attuato da MCC-Banca del Mezzogiorno e dal Banco di Napoli. C’è tempo per spenderli fino al 31 dicembre 2016, perché la rendicontazione è stata posticipata. Ma la dilatazione dei tempi «non garantirà comunque il completo assorbimento delle risorse assegnate ai soggetti gestori». La Regione prevede una «flessione» pari a 35 milioni di euro. Denari che non finiranno alle imprese calabresi per via di ritardi endemici nelle procedure. In considerazione del rischio che parte di tali risorse possa risultare inutilizzata, l’Autorità di Gestione, congiuntamente al Dipartimento Sviluppo economico (responsabile per l’attuazione) e i soggetti gestori, monitora costantemente lo stato di avanzamento di tali strumenti allo scopo di verificare l’effettiva capacità di spesa e di profilare l’eventuale riallocazione delle risorse su tipologie d’intervento che potranno garantire certezza della spesa nei termini previsti dalla vigente fase di programmazione.
PROGETTI PER LE CITTÀ Anche i grandi progetti per le città (il restyling di Piazza Bilotti a Cosenza e il parco acquatico di Rende, per fare due esempi) soffrono di ritardi consolidati. Hanno subìto un grosso colpo all’avvio della programmazione (la dotazione finanziaria è passata da 283 a 142 milioni nel dicembre 2012), ma la spesa migliora, secondo la Regione. Che prevede di concludere l’80% degli interventi finanziati entro il 31 dicembre. E immagina di completare i restanti interventi entro il 2017 con le risorse del Pac regionale.
I PISL Un ragionamento a parte viene dedicato ai Pisl, i Progetti integrati di sviluppo locale che hanno segnato, sul piano della programmazione europea, una delle sfide più significative della passata legislatura regionale. Tre i settori scelti: “Città, aree urbane e sistemi territoriali”, “Risorse naturali, culturali e turismo sostenibile” e “Regimi di aiuto”. Per i Pisl, «nonostante i ritardi maturati sull’attivazione della Progettazione integrata e la complessità del processo di selezione delle operazioni (conclusosi a febbraio 2012), «a oggi sono state sottoscritte il 99% delle convenzioni relative alle operazioni infrastrutturali (415 convenzioni su 420 operazioni)». Sul versante delle operazioni infrastrutturali, i dati al 30 giugno 2015 parlano di 406 gare d’appalto già avviate (il 96% del totale) per un importo pari a circa 240 milioni di euro (il 95% della dotazione assegnata). I lavori in corso d’esecuzione, invece, sono 322, pari al 76% del totale, per un importo di poco superiore a 175 milioni di euro, il 69% della dotazione finanziaria.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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