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Non lasciamo soli i ragazzi della coop “Giovani in Vita”

Rubare biancheria negli ospedali, spaccare i bagni della stazione di Gioia Tauro, lasciare bottiglie e lattine sulla spiaggia, buste colme di rifiuti in mezzo alla strada, parcheggiare in tripla fi…

Pubblicato il: 21/08/2015 – 16:48

Rubare biancheria negli ospedali, spaccare i bagni della stazione di Gioia Tauro, lasciare bottiglie e lattine sulla spiaggia, buste colme di rifiuti in mezzo alla strada, parcheggiare in tripla fila, suonare il clacson in maniera ingiustificata, guidare nelle strade di città e paesi con la radio a tutto volume, distruggere le statue di San Padre Pio… E tantissime altre cose che fanno di questa nostra regione, una comunità che non può essere additata ad esempio per le presenti e le future generazioni: tutti dobbiamo renderci conto che ci sono cose che si possono fare, altre che si possono tollerare, altre ancora che non si devono fare, nell’interesse di chi ci vive, di chi ci abita, di chi trascorre il tempo. Maleducati? Forse. Vandali? Perché no? Quale la soddisfazione che si prova nel fare “dispetti e anche di più”, nell’attentare al bene comune? Nonostante ogni sforzo – e atti di puro vandalismo ce ne sono di ben altri – non riesco a comprenderne le motivazioni. Come non capisco – men che meno giustifico – l’atto intimidatorio che è stato commesso ai danni della cooperativa sociale “Giovani in Vita”. Una cooperativa di giovani volontari che si occupa di coltivare i terreni confiscati o sequestrati alla ‘ndrangheta o che hanno il coraggio della volontà di andare in luoghi “difficili” (ne sa qualcosa padre Giacomo Panizza a Lamezia, sia pure per altri motivi) a lavorare, anche per guadagnare e non fare morire i terreni. Il fondo in questione si trova ad Anoia, in provincia di Reggio. La mattina che si sono recati di buon’ora ad iniziare il lavoro, hanno avuto l’amara sorpresa di non trovare gli attrezzi agricoli che avevano custodito in un deposito, principalmente, un trattore di ottima fattura (come si può lavorare senza trattore?), un decespugliatore ed altri attrezzi agricoli ben noti a chiunque abbia a che fare con i terreni. Il fondo, attualmente sequestrato, è stato affidato dagli amministratori giudiziari alla cooperativa “Giovani in vita”, per guadagnare e per mantenere “vivi” i terreni stessi.
Non è la prima volta che episodi di questo genere accadono, ma non è la prima volta che si scrivono queste cose, senza che si riesca a frenare questi continui furti. Si vuole che i terreni, evidentemente, rimangano ai proprietari,anche se le forze dell’ordine e la magistratura adottano questi provvedimenti di sequestro e di affidamento dei terreni. Senza trattori e attrezzi non si può coltivare e piuttosto che veder prosperare i terreni, ad opera altrui, si preferisce che i terreni vadano a male o muoiano.
La cooperativa è del parere che non si debba, giustamente, arretrare o farsi prendere dalla paura. Saranno costretti a fare sacrifici e se il trattore non verrà ritrovato, provvederanno, a spese loro, a riacquistare l’attrezzatura. Da qui la loro richiesta di avere solidarietà e vicinanza, se possibile anche finanziaria, ma soprattutto umana per poter riprendere la loro attività e dimostrare, così, alla ‘ndrangheta di non essere isolati, ma di avere dalla loro parte la società civile, la gente di buona volontà che crede a quanti fanno sacrifici e non vanno in giro a “vivere” una vita di soprusi e prepotenze. Non solo per dare opportunità di lavoro a quanti hanno il coraggio di lavorare terreni affidati loro da amministratori giudiziari, ma anche per dare esempi agli altri loro coetanei. Accanto a loro, con la capacità che ha, il presidente della cooperativa, Mimmo Luppino, ex sindaco di Sinopoli. Luppino è del parere che si può guadagnare lavorando sodo, ma si può fare anche economia sociale. Cioè, tutto ciò che prima era il guadagno di pochi, con la cooperativa il guadagno va a molti giovani che, altrimenti, non avrebbero un lavoro. Non possono essere lasciati soli, questi giovani. Non è questione di coraggio, né di fare antimafia, ma solo dimostrare che la legalità deve prevalere costi quel che costi! O dobbiamo riparlare ancora una volta di caporalato? È da quarant’anni che ne scriviamo. E a periodi alterni si scopre questa vergogna! Il senatore Argiroffi ha girato tutta la Piana nella speranza di ottenere qualcosa. Purtroppo, invano!

 

*Giornalista

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