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Nardodipace, concluso il mandato della commissione d'accesso

VIBO VALENTIA Ha concluso il suo mandato ispettivo la commissione d’accesso agli atti che il prefetto di Vibo, Giovanni Bruno, aveva inviato nel febbraio scorso a Nardodipace per verificare eventua…

Pubblicato il: 22/08/2015 – 12:48
Nardodipace, concluso il mandato della commissione d'accesso

VIBO VALENTIA Ha concluso il suo mandato ispettivo la commissione d’accesso agli atti che il prefetto di Vibo, Giovanni Bruno, aveva inviato nel febbraio scorso a Nardodipace per verificare eventuali condizionamenti o infiltrazioni della criminalità organizzata nel Comune montano situato al confine tra il Vibonese e il Reggino. La nomina dell’organo ispettivo – composto dal vice prefetto Anna Aurora Colosimo, dal capitano Stefano Esposito Vangone (comandante della compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno), dal tenente Giovanni Torino (in servizio al comando provinciale della Guardia di finanza) e dall’ingegnere Domenico Fuoco (Unical) – era arrivata poco dopo l’operazione “Uniti per la truffa”, condotta dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Vibo, che vedeva coinvolti alcuni amministratori ed ex amministratori in una presunta truffa ai danni dell’Ue. Nell’ambito dell’inchiesta agli arresti domiciliari era finito proprio il sindaco Romano Loielo, che in un primo momento era stato anche sospeso dalla carica per poi essere reintegrato, a fine marzo, dopo che il Tribunale del Riesame aveva disposto per lui la revoca degli arresti domiciliari. Ora, concluso il mandato della commissione d’accesso, la questione sarà discussa nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dopodiché sarà il prefetto a stilare una relazione da inviare al titolare del Viminale che, a sua volta, formulerà la proposta di scioglimento o di archiviazione su cui sarà chiamato a decidere il Consiglio dei ministri.
È la terza volta, negli ultimi sette anni, che a Nardodipace viene inviata una commissione d’accesso agli atti. La prima procedura, avviata nel settembre del 2008, era stata archiviata dal Viminale dopo una lunga fase di stallo. Non era stato così, invece, per il secondo invio dell’organo ispettivo scaturito dall’operazione “Crimine”, nell’ambito della quale finì in manette il presunto boss della ‘ndrangheta di Cassari, Rocco Tassone, padre dell’allora vicesindaco, Romolo Tassone. La vicenda portò all’inizio del 2012 allo scioglimento dell’amministrazione comunale guidata anche allora da Loielo che, a novembre del 2013, si ricandidò e fu rieletto con il 57,3% dei voti.

 

s. pel.

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