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Uno sciopero per il futuro del porto

GIOIA TAURO L’adesione, secondo il Sul che lo ha proclamato, è massiccia. Lo sciopero al porto di Gioia Tauro è partito nella notte tra venerdì e sabato, con il turno dell’una di notte. E prosegue …

Pubblicato il: 22/08/2015 – 10:41
Uno sciopero per il futuro del porto

GIOIA TAURO L’adesione, secondo il Sul che lo ha proclamato, è massiccia. Lo sciopero al porto di Gioia Tauro è partito nella notte tra venerdì e sabato, con il turno dell’una di notte. E prosegue con il sit in in corso, al quale partecipano lavoratori ed esponenti del mondo politico. Sono centinaia i portuali di Gioia Tauro che hanno aderito alla mobilitazione organizzata per chiedere il rilancio della struttura. Nello scalo attualmente tutte le gru sono alzate, a dimostrazione che la movimentazione dei container è ferma. Alle iniziative promosse dal sindacato hanno aderito anche esponenti politici e istituzionali.
Tra i sindaci che hanno aderito alle iniziative del sindacato Sul c’è quello di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, che si è dichiarato disponibile a ospitare nel suo comune un primo confronto fra forze sociali e istituzioni regionali propedeutico a chiedere un tavolo nazionale sulle problematiche del porto. Al sit-in promosso dal Sul hanno partecipato delegazioni di Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti italiani con il segretario regionale Michelangelo Tripodi; i parlamentari del Movimento 5 Stelle Federica Dieni e Nicola Morra; il deputato Sebastiano Barbanti; Mimmo Gattuso, leader dell’Altra Calabria, movimenti civici e rappresentanti di partiti politici. Davanti al gate portuale si è svolta un’assemblea nel corso della quale è stato annunciato che la mobilitazione non finirà con lo sciopero di oggi ma continuerà fino a quando non arriveranno risultati e impegni concreti per rilanciare lo scalo come risorsa per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno. 

In particolare il senatore Nicola Morra, nel suo intervento ha ricordato i «ritardi sull’utilizzazione della zona franca doganale già autorizzata da 12 anni nel retroporto di Gioia Tauro. Qui bisogna lavorare per legare lo sviluppo del retroporto con la vocazione agroindustriale della Calabria».

Presenti anche esponenti della società civile, come Antonino De Masi, l’imprenditore vessato dalle banche divenuto un simbolo nella Piana di Gioia Tauro per la sua battaglia per le opportunità di sviluppo e contro la criminalità organizzata.

I disagi creati nel presente vertono tutti attorno ai nodi futuri per la struttura portuale. I volumi di traffico scendono in maniera lenta ma costante e Gioia Tauro, da opportunità di sviluppo, rischia di trasformarsi in un deserto. La protesta, come ha spiegato il segretario nazionale del Sul Antonio Pronestì, nasce dalla proposta dell’ennesimo rinnovo della cassaintegrazione: «Avevamo avuto delle rassicurazioni a giugno, ma poi sono svanite». L’ennesima proroga ha fatto esplodere il malcontento, esteso anche (e soprattutto) alle istituzioni regionali.
Il fiore all’occhiello della portualità nel Mediterraneo rischia di bruciarsi nel deserto. Il porto di Gioia Tauro è una delle questioni – forse la questione – centrali per lo sviluppo della regione. Eppure retrocede, perde quote di mercato a favore di altri scali. E, quando Vado Ligure sarà definitivamente operativo, potrebbe essere tagliato fuori anche dai traffici di merci in arrivo dalla Francia e dalla Germania. Un andazzo che il Sul ha evidenziato nel documento che annunciava lo sciopero: «Dal 2011 il porto è in costante stato di crisi e la situazione sta addirittura peggiorando, con un livello di volumi di contenitori movimentati che ha toccato il minimo storico». La proposta dell’accordo per la proroga della cassaintegrazione per il quinto anno consecutivo ha incassato il “no” del sindacato. Che ha scelto di anticipare il classico autunno caldo: «A Gioia Tauro esiste un’infrastruttura dalle enormi potenzialità, collegata con i maggiori porti del pianeta e che viene tenuta ai margini, probabilmente da interessi economici che non coincidono con il bene della Calabria». La mobilitazione, nelle intenzioni del Sul, non finisce con le 24 ore di sciopero proclamate oggi. 

 

SEGRETARIO SUL: SIAMO SOLO ALL’INIZIO Il segretario nazionale del coordinamento portuali del Sindacato unitario lavoratori (Sul), Antonio Pronestì, ha concluso l’assemblea svoltasi davanti al porto di Gioia Tauro dove è in corso lo sciopero di 24 ore proclamato dal sindacato. Nel corso del suo intervento, Pronestì ha affermato che «lo sciopero di oggi è solo l’inizio della nostra mobilitazione che proseguirà anche con altre iniziative. Siamo disponibili a fare le barricate per evitare di perdere anche solo un posto di lavoro. Il nostro impegno è anche finalizzato ad evitare di perdere i diritti acquisiti in tutti questi anni». «Vogliamo stigmatizzare – ha aggiunto – il comportamento della Regione che non ha preso nessuna posizione circa la situazione del Porto di Gioia Tauro. Se sarà necessario siamo disposto a portare i lavoratori sotto la sede della Regione per fare in modo che il presidente ci riceva e ci dica le iniziative che intende prendere per rilanciare la struttura». Nel pomeriggio si svolgeranno altre iniziative e incontri per discutere della situazione del porto di Gioia Tauro.

 

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