COSENZA «L’anno appena concluso ci consegna una situazione del sistema economico calabrese in chiaroscuro. Se da un lato, infatti, continuano ad essere presenti ed evidenti molti elementi di seria preoccupazione, dall’altro si comincia ad intravvedere più di uno spiraglio che indica una qualche concreta inversione di tendenza». Lo afferma in una nota il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca. «Certamente – aggiunge – le ferite che sette lunghi anni di crisi hanno aperto nell’economia e nella società fanno rabbrividire. Nonostante tutto, però, si inizia ad avvertire qualche segnale incoraggiante, seppure ancora estremamente timido. Il saldo tra imprese cessate e iscritte è positivo e le esportazioni fanno registrare una crescita, anche se i valori assoluti restano contenuti. La Cig è in calo del 50%, mentre l’erosione di fatturato e margini delle Pmi di capitali sembra rallentare e con essi il costo del credito a breve, pur restando più alto perfino della media del Mezzogiorno. Ed ancora, torna a crescere la fruizione di prodotti culturali che rappresenta un indicatore di tendenziale miglioramento della situazione economica e di attrattività turistica. Seppur ancora deboli, questi segnali possono spingere a guardare al 2016 con ottimismo, anche se in maniera molto cauta». «Dopo un periodo di transizione – prosegue Mazzuca – durato circa 12 mesi, tra l’obbligo di completare in tempo utile quanto previsto dalla programmazione comunitaria 2007/2013 e la necessità di predisporre il nuovo programma per il periodo 2014/2020, questo mese di gennaio si apre con la possibilità di dare avvio operativo alla nuova programmazione. Vale la pena di evidenziare che questa è frutto dell’attuale giunta guidata dal presidente Oliverio ed è la prima volta che accade in Calabria che l’avvio di un nuovo ciclo di programmazione economica coincida con l’artefice politico della stessa. È di assoluta evidenza che questa circostanza carica di maggiori responsabilità il presidente Oliverio, la sua giunta e lo staff tecnico cui spetta da subito di dare concreta operatività a quanto previsto nel disegno di programmazione fin qui ben giudicato, tanto dagli osservatori che da Bruxelles. Sarà determinante la capacità di animazione, di coinvolgimento e di messa in rete di tutte le migliori energie e competenze presenti nel territorio perché possano diventare parte attiva e convinta dei processi da avviare in modo da generare sviluppo e crescita reale. Nella stessa misura e con rinnovata generosità, spetta alle forze sociali di rendere disponibile la naturale predisposizione allo sguardo lungo e la capacità di mobilitazione del sistema economico e produttivo, dando vita ad una rinnovata qualità di proposta che abbia ben presente il recupero dei valori etici ed il senso del bene comune». «Con queste premesse e partendo da queste basi, sarà possibile provare a rilanciare una nuova stagione di condivisione trasparente di responsabilità ed obiettivi di crescita e di sviluppo economico e sociale. Servono consapevolezza di ruolo, voglia di mettersi in gioco, capacità di saper rischiare la proposta».
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