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L'ultimatum di Peppe Raffa

Dunque, non ha perso tempo: nuovo anno, altro partito. È l’addio a Forza Italia?«Non è un addio ma un avviso ai naviganti: se le cose non cambiano sarò costretto a lasciare».È una minaccia?«No, pur…

Pubblicato il: 04/01/2016 – 16:42
L'ultimatum di Peppe Raffa

Dunque, non ha perso tempo: nuovo anno, altro partito. È l’addio a Forza Italia?
«Non è un addio ma un avviso ai naviganti: se le cose non cambiano sarò costretto a lasciare».
È una minaccia?
«No, purtroppo è il prendere atto di una situazione arrivata ai limiti del paradosso. Il partito è stato commissariato, non c’è discussione interna. Insomma, regna una confusione totale».
Peppe Raffa è come, per usare le parole di Dante, coloro che stanno sospesi a metà. In attesa di qualcosa di nuovo. Tra pochi mesi lascerà la presidenza della Provincia di Reggio Calabria ma ciò non significa che arretrerà sul piano dell’impegno politico.
Il varo del movimento “Idea Calabria” è il preludio all’abbraccio con la Lega di Salvini?
«Intanto abbiamo fondato un’associazione che vuole occuparsi dei bisogni reali della gente, pur rimanendo sempre nel recinto del centrodestra. Non abbiamo preclusioni a parlare con altre forze politiche. La Lega? Se abbandonasse i toni più populistici e si occupasse maggiormente dei problemi concreti non avremmo problemi a dialogare con loro. Non sono uno innamorato delle etichette. Bado più alla sostanza che alla forma».
E la sostanza in Forza Italia qual è?
«Ho preso atto che la coordinatrice regionale del partito ha consentito l’ingresso di un senatore, Caridi, e di un consigliere regionale, Cannizzaro, senza tenere in considerazione le opinioni di chi questo partito ha contribuito a fondarlo e tenerlo in vita. Io vengo da un partito, la Dc, dove certi processi andavano metabolizzati prima di essere consumati. Detto questo, prendo atto, purtroppo, che oggi Forza Italia è un luogo dove si fa poco politica».
E allora cosa la spinge a non abbandonare definitivamente la nave?
«Il senso di responsabilità e la speranza che alla fine le cose possano davvero cambiare. Parecchi hanno lasciato, personalità importanti come Fitto e Verdini e ciò dovrebbe far riflettere un po’ tutti invece che innescare reazioni impulsive. Ma io sono un ottimista per natura e, dunque, credo ancora in un lieto fine».
Giura che non morirà renziano anche lei?
«Assolutamente no. Non sono per nulla affascinato dalle bugie del presidente del Consiglio. Tante promesse, nessun provvedimento per il Mezzogiorno e la Calabria. È questo il governo amico della nostra terra? In altre regioni colpite da alluvioni il governo ha riconosciuto lo stato di calamità dopo pochi giorni. Qui sono passati ormai mesi e non c’è nulla di concreto. È questa la volta buona che tanto piace ai dirigenti del Pd calabrese?».

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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