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Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel

Sembra di intravedere uno spiraglio di luce all’orizzonte. E ci aggrappiamo anche a questo. Non avendo altre possibilità. Per inizio anno nuovo è previsto un deciso recupero del prodotto delle regi…

Pubblicato il: 04/01/2016 – 10:46

Sembra di intravedere uno spiraglio di luce all’orizzonte. E ci aggrappiamo anche a questo. Non avendo altre possibilità. Per inizio anno nuovo è previsto un deciso recupero del prodotto delle regioni meridionali. A sostenerlo è un rapporto dell’Unicredit, anche se il Pil del Sud rimane sempre inferiore a quello del Centro-nord, ma è, comunque, un modesto segnale di tendenza. Un dato ancora negativo, ma in ripresa rispetto al 2014, un anno, questo,che faceva registrare una flessione meridionale attorno al 2%. E sempre secondo Unicredit, il 2016 potrebbe essere l’anno della svolta per il Sud, sempre che le condizioni politiche non dovessero mutare. E, allo stato delle cose, non parrebbero così, almeno a livello nazionale. Fra due anni, il Pil meridionale tornerà positivo con la Calabria allo 0,3%, rispetto al -1,8 del 2014. Decimi di punto che valgono oro. Ecco perché il capo del governo, si dice soddisfatto. I timidi segnali per Renzi, sono ossigeno per la durata dell’esecutivo. 
Secondo lo studio Unicredit la Basilicata presenta già oggi mostra i segni di un sensibile recupero. Perfino in Calabria il prodotto lordo comincia a manifestare segni di miglioramento rispetto al crollo del 2014. A far migliorare il Pil saranno certamente l’agricoltura, che sembra tornare a far sorridere gli agricoltori di casa nostra, dopo decenni di crisi paurosa. Quest’anno andrà certamente male, anche più degli altri anni. «Dottori, malannata quest’anno», mi diceva il contadino che cura il mio ettaro di terreno. E l’anno scorso è andata male nonostante la enorme quantità di prodotto, l’anno 2014-2015, andrà peggio, perché l’annata è scarsa di prodotto. E le spese sono uguali, se non maggiori, per l’aumento del costo dei prodotti e per l’inflazione. E così si continua a coltivare, con una preghiera al Buon Dio! Se non fosse per l’affetto e per la conoscenza dei sacrifici fatti dai miei genitori, devo dire che, obtorto collo, sarò costretto a vendere, se ci sarà mercato e se l’agricoltura non farà come il mercato immobiliare dove, in tutte le città grandi e piccole, le case sono strapiene di “affittasi e vendesi”. Lo studio Unicredit mette in evidenza come del miglioramento generalizzato dovrebbe trarre vantaggio anche l’industria. Anche le costruzioni che, Emanuele Imperiali, sul Corriere della Sera, ha considerato epicentro della crisi e volano delle economie meridionali, invertiranno la tendenza a perdere colpi. In Calabria, da sempre fanalino di coda di tutto,il valore dell’industria dovrebbe passare dal meno 2,6 dello scorso anno al più 0,4 di quest’anno e,addirittura,al più 1,9 del 2016. Ai segnali positivi vanno aggiunti, andrebbero aggiunti un boom nelle vendite estere calabresi e lucane, con un incremento del23,6 per la Calabria e del 145% per la Basilicata. Si piangerà con un occhio,anziché con due o tre. Il terzo è costituito dalle lacrime del cuore, che sono, forse, quelle più abbondanti. Sono anche i consumi – secondo l’Osservatorio Unicredit – ci sarà una ripresa in tutte le regioni meridionali. Vero e non falso, la ripresa dei consumi, merito dell’aumento del reddito meridionale. In Calabria la ripresa della spesa per i consumi si accompagnerà ad un aumento disponibile del 3%.
Quello che rimane il punto dolente degli ultimi dieci anni è che all’aumento del Pil, non si accompagnerà l’aumento dei posti di lavoro. Grande punto dolente! L’aumento che ci sarà, viene considerato dall’Osservatorio, appena impercettibile. In media prevarrà il segno meno, pari al meno 2%. Viene definito altalenante, l’aumento calabrese, perché se nel 2014, c’è stato un aumento dell0,9%,alla fine di quest’anno è seguita una contrazione dell’1,9%, per passare nel 2016 allo 0,4%.
Per il regional manager per il Sud di Unicredit, Felice Delle Femmine, (cognome di buon auspicio!) lo spiraglio di luce in fondo al tunnel c’è, ma non si vede nitidamente. È il credito – e non solo a suo parere – che deve essere di manica larga, perché al Sud non ci sono altri canali di finanziamento. «Se noi – ha detto Delle Femmine – abbiamo erogato alle regioni meridionali tre miliardi e settecento milioni, dal 2013 ad oggi, perché le altre banche sono più timorose, perché non si fidano?». Serve, come dicono i nostri amministratori regionali, un cambio di passo che, purtroppo non si vede, neanche in fondo al tunnel. E neanche con gli occhiali rosa e gli impegni di Oliverio che gira avanti e indietro, come una trottola per poter dire, come Renzi, «la Calabria-cambia-verso!».

*giornalista

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