CATANZARO «”Mala tempora currunt”, così dicevano gli antichi Romani e così, purtroppo, lamenta oggi, l’intero comparto agricolo calabrese: “corrono brutti tempi”». Lo affermano, in una nota congiunta, i responsabili nazionale e regionale di Confcoltivatori, Giorgio Amelio e Giovambattista Benincasa. «È anche il caso di aggiungere – proseguono – che per l’agricoltura calabrese, i tempi sono bui e non si intravede all’orizzonte alcun cenno di schiarita. Dopo aver fatto passare, un fine anno da incubo a qualche migliaio di imprenditori agricoli, i nostri governanti regionali e nazionali, che rientreranno comodamente dalle ferie a meta’ mese, con molta probabilità non si preoccuperanno di risolvere nell’immediato, il problema del mancato pagamento della Pac e del Psr. Intanto noi di ConfColtivatori, abbiamo il dovere morale di rendere noti tutti i numeri della mancata erogazione. Il danno non è stato arrecato solo al comparto agricolo, bensì, a tutto l’indotto. Agea non ha ancora pagato, senza alcuna ragione tangibile, gran parte di titoli Pac, quindi non è stata erogata per la Calabria la modica cifra di 60 milioni di euro; Psr misure agro-ambientali, Arcea, senza dare spiegazioni, non ha erogato l’altra modesta somma di 12 milioni; Psr misure strutturali asse II, pare che Agea abbia revocato, quindi disimpegnato alla Calabria, il discreto importo di 8 milioni. Insomma, all’intero sistema economico calabrese sono venuti a mancare, “semplicemente”, 80 milioni di euro. Alla luce di quanto dedotto e denunciato, possiamo affermare, che siamo in piena emergenza e che, evidentemente, l’amministrazione regionale sta sottovalutando questo problema, che con il passare dei mesi sta trasformandosi in dramma. Avevamo già lanciato nel mese scorso un accorato appello al presidente Oliverio, il quale non ha dato alcuna risposta; avevamo già sensibilizzato il consigliere delegato all’Agricoltura, chiedendo ad entrambi, interventi seri, decisi e mirati. Le aziende, non possono sopportare oltre, non sono nelle condizioni di attendere neanche un giorno in più. È un’emergenza che merita priorità incondizionata, la Regione non può permettersi di ignorare questo tipo di inconveniente, che sta mettendo in ginocchio l’intera economia calabrese. A questo punto, non possiamo far altro che lanciare un ulteriore e definitivo appello: Oliverio se ha a cuore il comparto agricolo e l’intera economia calabrese, batta un colpo, si interessi, faccia le dovute pressioni presso le Istituzioni a lui amiche». «Infine – concludono Amelio e Benincasa – invitiamo cortesemente il dirigente Arcea ed il consigliere delegato all’Agricoltura, di risolvere la spinosa vicenda dei pascoli magri, apparentemente risolta con il decreto del presidente n. 70 del 6 luglio 2015. A tal proposito, pare che Agea non abbia tenuto conto del decreto, considerando la Calabria tra le regioni prive di criterio relativo alle pratiche tradizionali di pascolo. Teniamo a sottolineare che, nella malaugurata ipotesi tale situazione si dovesse protrarre senza ricevere risposta alcuna, non bloccheremo oltre la giustificatissima rabbia degli agricoltori e allevatori calabresi, lasciandoli manifestare, purtroppo per l’ennesima volta, presso la cittadella regionale».
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