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Burocrazia regionale, Guccione: «Riforma illegale»

CATANZARO La riorganizzazione della burocrazia calabrese viola la legge. Parola di Carlo Guccione, che svela i trucchi attraverso cui la giunta calabrese è riuscita ad aggirare le norme relative ai…

Pubblicato il: 09/01/2016 – 16:43
Burocrazia regionale, Guccione: «Riforma illegale»

CATANZARO La riorganizzazione della burocrazia calabrese viola la legge. Parola di Carlo Guccione, che svela i trucchi attraverso cui la giunta calabrese è riuscita ad aggirare le norme relative ai dirigenti della Regione. Il consigliere regionale del Pd ha rivolto un’interrogazione scritta e urgente al presidente della giunta, Mario Oliverio, in merito alla riorganizzazione della struttura burocratica operata dalla giunta regionale con la delibera 541 del 16 dicembre 2015.
Nell’ipotesi di struttura organizzativa contenuta nella deliberazione «risultavano essere previste addirittura 157 posizioni dirigenziali, compresi 11 direttori generali di dipartimento, due dirigenti presso le unità organizzative autonome (Uoa) e un dirigente presso un Nucleo di valutazione denominato Nrpv, al netto di quelli aggiuntivi previsti per l’Avvocatura regionale, Segretario generale e Ufficio di gabinetto produttivi di ulteriori 4 posizioni dirigenziali».
Ebbene, continua Guccione, «nella stesura definitiva approvata dalla giunta regionale, sono scomparse undici posizioni dirigenziali e, in particolare, due posizioni riguardanti i dirigenti di settore di “Turismo, beni culturali, istruzioni e cultura” e “Ambiente e territorio”; una scelta che incide negativamente sull’organizzazione regionale e segnatamente sui settori altamente strategici per la crescita e per lo sviluppo della Calabria come Turismo e Ambiente”».

LIMITI Nell’interrogazione, Guccione fa presente che «il dettato normativo impone di non superare il limite massimo di 141 posizioni dirigenziali previste nella dotazione organica per l’anno 2016 mentre con questa delibera, la giunta regionale si riserva la facoltà di istituire unità organizzative autonome e/o di progetto per la cura di specifici adempimenti o per il perseguimento di particolari obiettivi anche appartenenti alla competenza di più dipartimenti. Così facendo si verrebbe a creare una palese violazione di legge con conseguente danno erariale, dal momento che ciò potrebbe generare ingiustificati costi e disarmonie in materia di leale collaborazione»ı.
«A fronte del numero massimo di 141 posizioni dirigenziali istituibili per legge – aggiunge il consigliere dem –, la delibera 541 del 2015 ne prevede 146, oltre alle tre non censite nel nuovo organigramma ma previste per l’Avvocatura regionale e l’Ufficio di gabinetto. E più precisamente: 11 direttori generali di dipartimento; 122 dirigenti di settore di cui: 7 dirigenti di settore Segretariato; 8 Presidenza; 9 Organizzazione e Risorse umane; 11 Bilancio, patrimonio e finanze; 9 Programmazione; 16 Lavori pubblici; 14 per Sviluppo economico, Lavoro e formazione; 12 agricoltura; 13 Tutela delle Salute; 8 Turismo, istruzione e Cultura; 15 Ambiente e territorio; 1 dirigente Nucleo regionale Valutazione e verifica investimenti pubblici (Nrpv); 1 dirigente Uoa Politiche della montagna, foreste e forestazione, difesa del suolo; 1 dirigente Uoa Protezione civile; 4 dirigenti Stazione unica appaltante (Sua); 1 dirigente Audit; 5 dirigenti per le Unità organizzative territoriali»

INGANNI «A questo risultato che travalica il limite massimo inderogabilmente stabilito dalle leggi dello Stato – attacca Guccione –, si è pervenuti in modo artificioso e ricorrendo a denominazioni ingannevoli – tipo Unità organizzative territoriali (Uot) – che nella realtà costituiscono posizioni dirigenziali vere e proprie che generano spesa corrente e, dunque, un danno erariale».
Alla luce delle violazioni di legge, in particolare delle norme poste a tutela del contenimento della finanza pubblica, contenute nelle delibera di giunta regionale 541, il consigliere regionale ha quindi richiesto al presidente Oliverio di conoscere «quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di rimediare a quanto evidenziato e ripristinare le migliori regole burocratiche e comportamentali funzionali a rendere l’istituzione regionale un esempio di trasparenza, meritocrazia e buona amministrazione».

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