RENDE L’avviso di conclusione delle indagini è arrivato nei giorni scorsi. Nel mirino della Procura di Cosenza quattro funzionari del Comune di Rende e un imprenditore. Sono Gianfranco Sole, Nicola Gallo, Luigi Mamone, Giuseppe Rende e Gianfranco Baratta, titolare di una ditta di pompe funebri. I cinque sono accusati di falso e abuso d’ufficio. L’inchiesta – si tratta di un filone investigativo che va avanti da circa quattro anni – si è concentrata sull’affidamento dei lavori alle cooperative, la gestione dei loculi cimiteriali e la sistemazione del verde pubblico. Il periodo indagato va dal 2010 al 2012. Periodo nel quale, secondo l’accusa, sono stati affidati alla “Rende servizi” lavori per circa centomila euro, che travalicherebbero la convenzione stipulata dal Comune con la propria società in house.
L’importo è, poi, confluito nel calderone dei debiti fuori bilancio. Presunte irregolarità riguardano, inoltre, la realizzazione di trenta loculi cimiteriali, affidati alla ditta di Baratta mentre un ulteriore capo d’imputazione hanno come oggetto la posa in opera di piante, alberi e addobbi floreali davanti al Museo del presente e al municipio di via Rossini. L’inchiesta della Procura di Cosenza era partita quasi assieme all’altra indagine, avviata dalla Dda di Catanzaro sulle presunte infiltrazioni della malavita nel Comune.
MICELI (M5S): «NO AI DEBITI FUORI BILANCI» La notizia è, per Domenico Miceli, consigliere comunale (e già candidato a sindaco) del Movimento 5 Stelle, uno spunto per ribadire che le pratiche evidenziate dall’inchiesta arrivano da «un periodo storico molto opaco per la pubblica amministrazione rendese (quello in cui governava il centrosinistra principiano, ndr), nel quale si sono prodotti una moltitudine di debiti fuori bilancio che hanno fatto piombare l’ente nel pre-dissesto finanziario». La critica, tuttavia, viene estesa anche alla «gestione portata avanti dall’attuale governo di centrodestra».
«Ribadiamo – continua Miceli – il nostro no convinto all’istituto dei debiti fuori bilancio, così come agli affidamenti diretti sotto i 40mila euro, soprattutto laddove non si ravvisano motivi d’urgenza tali da giustificarli. Contemporaneamente rilanciamo il concetto che un’altra politica è possibile, una politica che faccia suoi concetti quali trasparenza e legalità a tutti i livelli, nessuno escluso».
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