ORISTANO Sciopero della fame e dei farmaci per protestare contro la mancata consegna del computer e della stampante che gli servono per esercitare il suo diritto allo studio. L’autore della protesta è un detenuto di 71 anni, Domenico Papalia, di Platì, ritenuto esponente della ‘ndrangheta che sta scontando la condanna all’ergastolo in regime di As1 (il regime di alta sicurezza per i detenuti accusati di associazione mafiosa) nel carcere di Oristano, a Massama, dove è stato trasferito da Nuoro il 25 agosto scorso ed è iscritto alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pisa.
Per lui le porte della casa circondariale di Oristano si sono aperte subito. Sono rimaste chiuse, invece, per il suo computer e per la sua stampante, strumenti indispensabili per andare avanti con gli studi. Stanco di aspettare, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera di protesta al direttore del carcere, Pierluigi Farci, al magistrato di sorveglianza, al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al Dap e alla Procura della Repubblica per annunciare lo sciopero della fame e dei farmaci. La vicenda è stata resa nota dalla presidente dell’associazione “Socialismo, diritti, riforme”, Maria Grazia Caligaris, che ha sottolineato come cinque mesi appaiano davvero troppi per verificare l’idoneità di un computer e di una stampante alle norme penitenziarie. Tanto più, ha spiegato, che Domenico Papalia sta continuando a pagare le tasse universitarie senza poter portare avanti gli studi in quanto il materiale didattico è memorizzato nel computer che non gli è stato ancora consegnato.
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