REGGIO CALABRIA «Quanto si sta preparando in Parlamento con i decreti attuativi della legge di riforma della portualità italiana significherà che il porto di Gioia Tauro finirà nel gruppo ricadente sotto la costituenda autorità che sarà ubicata a Messina». Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò. «Il silenzio calato in queste settimane sull’impegno del ministro Delrio di indicare Gioia Tauro sede dell’autorità per tutti i porti calabresi e dell’Area dello Stretto, celava dunque una iniziativa pericolosa per l’autonomia della portualità calabrese, nonostante le rassicurazioni della giunta regionale e del Pd. Che i sintomi del dibattito nazionale sul futuro della grande infrastruttura fossero tutt’altro che rassicuranti – afferma Alessandro Nicolò – era anche emerso dalle recenti prese di posizione rese pubbliche dal presidente di Assologistica, che rappresenta quasi tutti gli operatori del settore, Carlo Mearelli, secondo il quale il porto “hub” di ingresso nel Mediterraneo delle merci provenienti da Suez dovrebbe essere Taranto, e non Gioia Tauro, già in grado, invece, di reggere il potenziale di aumento dei traffici dopo l’allargamento del Canale. Una posizione legittima, quella di Mearelli, ma anche, per certi versi, condizionante per le decisioni del governo, che, evidentemente, si è fatta strada ed ha trovato grande ascolto nei “palazzi romani”, tant’è che il ministro Delrio avrebbe orientato i decreti attuativi per rimettere in gioco anche Taranto. Eppure sono state impegnate risorse ingenti con l’Apq su Gioia Tauro, a partire dal gateway ferroviario, per sviluppare la intermodalità e velocizzare il trasferimento dei container su linea ferrata che in poche ore potrebbero raggiungere il nord del Paese ed il resto di Europa. “Ghettizzare” Gioia Tauro nel transhipment – osserva ancora Nicolò – è non solo inaccettabile, ma va contro gli interessi del Paese prima ancora che per la stessa Gioia Tauro. Un lusso, il sottoutilizzo di Gioia Tauro, che va contro ogni logica di sviluppo e mortifica le speranze di crescita della Calabria e del Mezzogiorno. È ovvio – dice ancora Nicolò – che si tratta di scelte di politica economica, di come orientare le traiettorie di sviluppo del Paese, e i fatti, come invece vogliono far credere la giunta regionale ed il Pd, sono ostinati e vanno in tutt’altra direzione. Interconnettere Gioia Tauro su ferro e gomma è fondamentale ai fini di una vera flessibilità dell’utilizzo del porto, ed è necessario, inoltre, avere dal governo una dettagliata informazione sul progetto del rigassificatore e della piastra del freddo, che arricchirebbero l’offerta di servizi e aprirebbero serie prospettive a tutta la filiera agroalimentare calabrese. Dicano dunque una parola chiara, il ministro Delrio ed il presidente Oliverio, e spieghino ai calabresi quali sono le scelte per fare di Gioia Tauro il principale porto di riferimento del Paese e del Mediterraneo in un contesto in cui sembrano prevalere gli interessi di lobby agguerrite tutt’altro che attente agli interessi generali del Paese».
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