CATANZARO «Destano grande perplessità le modifiche apportate da Palazzo Campanella alla Legge urbanistica della Calabria (Lur). Nello scorso mese di dicembre, la Regione ha approvato modifiche che disattendono gli obiettivi tanto declamati dal governo regionale di avviare nuove politiche urbanistiche tendenti verso la limitazione del consumo di suolo, verso una maggiore tutela del territorio per contrastare il rischio idrogeologico, al quale la nostra regione è altamente esposta». Lo dichiara il presidente dell’Ordine dei geologi, Francesco Fragale, che ha criticato le modifiche apportate alla legge ribadendo «la necessità di rivedere le scelte fatte, attraverso una fase di concertazione e di ascolto che si sarebbe dovuta organizzare già prima dell’approvazione».
«Scorrendo il nuovo quadro normativo – ha sottolineato Fragale – risaltano scelte che riteniamo dannose per la Calabria. Il nuovo “articolo 27 ter” prevede per i Comuni più piccoli – con previsione inferiore a 5.000 abitanti e che non abbiano ancora adottato un nuovo Psc – la possibilità di una “procedura semplificata” che consente di mantenere i vigenti piani Prg e Pdf: di fatto viene eliminato l’obbligo – per circa 200 Comuni calabresi – di aggiornare e approfondire gli studi necessari per un’esaustiva conoscenza del territorio, soprattutto in chiave geologica. Inoltre, tale procedura semplificata consente di conservare le previsioni urbanistiche indicate negli antichi strumenti, concettualmente anacronistici, che in genere prevedono estese aree edificabili, in contrasto con la politica di riduzione del consumo di suolo. Sappiamo ormai bene – osserva Fragale – come l’uso sconsiderato del suolo possa provocare danni enormi in termini di dissesto idrogeologico. E mentre la proposta di Legge nazionale Braga-Fiorio sul contenimento dell’uso del suolo sembrerebbe in dirittura d’arrivo – che fissa il “consumo suolo zero” entro il 2050 – la Calabria approva articoli di legge che vanno esattamente in controtendenza».
Ma non è tutto. Tra le criticità delle modifiche alla Lur, Fragale rileva l’abrogazione del Nucleo di valutazione: organo importante che coinvolgeva anche gli ordini professionali sulle proposte regolamentari o normative emanate. Inoltre, Fragale stigmatizza la riduzione a 90 giorni dei tempi di lavoro della Conferenza di pianificazione, che verosimilmente renderà molto difficile un’accurata e completa definizione dei Piani.
«Come Ordine professionale – conclude Fragale – non condividiamo le modifiche alla Legge urbanistica così fatte. Non mettiamo in discussione la necessità di un percorso di semplificazione delle procedure, ma attenzione quando queste semplificazioni possano ricadere sulla sicurezza del territorio esponendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Per questo chiediamo un passo indietro sulle scelte fatte».
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