RENDE «La città di Rende è pronta a ospitare gli Stati generali della cultura dell’area urbana. Penso a una serie di incontri da programmare, nel rispetto delle diversità e dei bisogni di tutti noi cittadini e abitanti di un territorio vasto, che va ben al di là dei confini amministrativi, gli steccati politici, i pregiudizi intellettualistici. Penso al centro storico come sede di questo grande cantiere in cui chi ha voglia di spendere idee e forze troverà voce e spazio». Lo afferma il sindaco di Rende, Marcello Manna, anticipando la direzione delle nuove politiche culturali del 2016.
«Ho parlato del Tau – aggiunge Manna – come “vero teatro dell’Area urbana”. E l’ho fatto con scienza, alla luce della funzione e della potenzialità di una struttura che, per vocazione e competenze, pesca nel serbatoio intellettuale dell’università, nelle sue idee e nel suo spirito di trasformazione dell’esistente. L’Università della Calabria e il Teatro auditorium Unical sono il polmone di Rende per un fatto geografico e di contiguità intellettuale; il rapporto, però, si estende altrove e negarlo sarebbe ridicolo. Così come non solo Cosenza, ma l’intera Calabria gode della ricerca e della didattica del campus di Arcavacata».
«Ho preso la parola con piacere – sottolinea Manna – durante la conferenza stampa di presentazione della Stagione 2015-2016 del Tau, perché è mia intenzione favorire in ogni modo i rapporti fra la città di Rende e l’università della Calabria. A partire dalle opportunità del centro storico, da quel cinema Santa Chiara che deve essere il luogo di incontro fra i cinefili dell’Unical, quelli rendesi e tutti coloro I quali amano la settima arte nell’intero territorio dell’area urbana». «Il 2016 sarà l’anno – mette in evidenza il sindaco di Rende – in cui alcuni processi culturali e identitari partiranno a marce forzate. È una mia precisa volontà innalzare il livello con una tessitura di eventi, dal cinema alla letteratura, passando per le arti figurative e il borgo dei musei in quella parte vecchia della città che si candida ad essere terreno di cambiamenti virtuosi. Ma non saremo da soli a organizzare quanto stiamo pensando ed elaborando. Serve un’analisi attenta e produttiva, una bussola comune che ci indichi quale direzione intraprendere. Lo step fondamentale è quello della condivisione. Nessuna realtà culturale dell’area urbana può funzionare da sola, al di fuori di un sistema più complessivo di promozione e diffusione dei contenuti».
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