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Delitto Bruni, Comune e Provincia di Cosenza saranno parti civili

COSENZA Ha preso il via, questa mattina, nell’aula della Corte d’Assise di Cosenza il processo per la morte di Luca Bruni, il presunto boss della ‘ndrangheta cosentina scomparso il 3 gennaio 2012 e…

Pubblicato il: 18/01/2016 – 11:14
Delitto Bruni, Comune e Provincia di Cosenza saranno parti civili

COSENZA Ha preso il via, questa mattina, nell’aula della Corte d’Assise di Cosenza il processo per la morte di Luca Bruni, il presunto boss della ‘ndrangheta cosentina scomparso il 3 gennaio 2012 e il cui cadavere è stato trovato nel dicembre del 2014. Si tratta del procedimento con rito ordinario che vede sul banco degli imputati Franco Bruzzese, ritenuto il mandante dell’assassinio, e Daniele Lamanna, presunto organizzatore ed esecutore dell’agguato al presunto reggente del clan “Bella bella”. Assieme a loro, nello stesso ruolo di Lamanna, sono accusati anche Maurizio Rango, Ettore Sottile e Adolfo Foggetti, che però hanno scelto il rito abbreviato.
Questa mattina, il collegio ha affrontato le questioni preliminari. La Corte ha accolto le richieste del pm della Dda Pierpaolo Bruni e in parte quelle delle difese. Sono state ammesse, infatti, le liste testimoniali di accusa e difesa. Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto, tra gli altri, di sentire diversi collaboratori di giustizia e non ha richiesto l’esame degli imputati. Ammesso, però, quello di Bruzzese perché richiesto dal suo legale Marcello Manna, oggi sostituito dall’avvocato Gaetano Morrone. Bruzzese e Lamanna (difeso dall’avvocato Aldo Cribari) erano collegati in videoconferenza dai penitenziari in cui sono ristretti. Presentate anche le costituzioni di parte civile del Comune di Cosenza (rappresentato dall’avvocato Emilio Lirangi) e della Provincia (avvocato Carmelo Bozzo). La Corte, presieduta dal giudice Giovanni Garofalo, ha fissato un calendario di udienze. Nella prossima, il 16 febbraio, saranno ascoltati come testimoni dell’accusa ufficiali di polizia giudiziaria e due consulenti della Procura.

L’AGGUATO Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero «eliminato fisicamente, assassinandolo, il reggente della cosca Bruni – segnatamente Luca Bruni –, cagionato la sua morte esplodendo numerosi colpi d’arma da fuoco e successivamente occultandone il cadavere». In particolare Franco Bruzzese è ritenuto l’organizzatore e il mandante dell’omicidio con compiti deliberativi. Maurizio Rango, Daniele Lamanna, Adolfo Foggetti ed Ettore Sottile avrebbero non solo organizzato il delitto ma anche «preso parte alle fasi esecutive dell’omicidio nonché all’occultamento del cadavere». Lamanna e Adolfo Foggetti si sarebbero accordati con Luca Bruni per incontrarsi in un bar attirandolo con l’inganno con il pretesto di un incontro con Franco Presta ed Ettore Lanzino all’epoca dei fatti latitanti, al fine di pianificare le attività organizzative delle rispettive cosche per arrivare ad alcuni accordi. I due lo avrebbero portato con la macchina del padre di Lamanna in un terreno nel comune di Castrolibero dove – mettono nero su bianco i magistrati – «è stato assassinato e il cadavere occultato. Daniele Lamanna avrebbe esploso diversi colpi di arma da fuoco, mediante una pistola calibro 7,65 nei confronti di Luca Bruni, e successivamente, una volta che Luca Bruni si era accasciato al suolo esplodeva altri colpi di arma da fuoco con una pistola calibro 38 che nel frattempo gli avveniva consegnata da Adolfo Foggetti».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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