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«In Calabria i cuochi diventano autisti del 118»

COSENZA «I cuochi e il personale mensa degli ospedali di Castrovillari e Mormanno sottoscrivono un accordo con gli uffici Asp per cambiare il loro profilo in autisti 118. Succede anche questo …

Pubblicato il: 18/01/2016 – 14:20
«In Calabria i cuochi diventano autisti del 118»

COSENZA «I cuochi e il personale mensa degli ospedali di Castrovillari e Mormanno sottoscrivono un accordo con gli uffici Asp per cambiare il loro profilo in autisti 118. Succede anche questo in Calabria. In una regione in cui la gestione della Sanità, ormai è chiaro, si fonda sulle assurdità». Così il consigliere regionale Giuseppe Graziano. «Non basta – continua – la riorganizzazione senza criterio dei reparti. Non basta il taglio drastico ai servizi primari di assistenza. Non basta, nemmeno, il dispendioso concorso esterno per l’assunzione di nuovo personale, senza prima approntare un più sensato programma di mobilità. Ora – probabilmente per far quadrare i conti di un Piano di rientro senza né capo né coda – si pensa anche di mettere alla guida delle ambulanze personale vestito da chef. Sembrerebbe una comica, se a parlare non fossero alcuni atti controfirmati proprio dai dirigenti dell’Azienda sanitaria di Cosenza».
Il segretario-questore del consiglio regionale e presidente nazionale del movimento “Il coraggio di cambiare l’Italia” annuncia che sul caso dei cuochi precari chiederà al governatore Oliverio di aprire un dossier, così da poter far luce sull’accaduto ed evitare rischi all’utenza e l’ennesima pessima figura alla Calabria in Italia e in Europa.

DECISIONE ASSURDA «Ma dove mai si è visto – denuncia Graziano – che il manager di un’azienda, in questo caso pubblica, chieda ai dipendenti di cambiare profilo lavorativo? È come se il management della Fiat decidesse all’improvviso di chiedere al team degli ingegneri elettronici di occuparsi della progettazione di nuovi pezzi meccanici. È improbabile oltre che assurdo. Soprattutto se una società, per troppi anni in perdita e inefficiente, volesse invertire il trend e riposizionarsi sul mercato. In Calabria, invece, succede anche questo. In un settore come la sanità che è eroga servizi di primaria importanza. E l’ultima vicenda ha del grottesco.

I FATTI «Tutto nasce – spiega ancora – all’indomani della chiusura delle cucine degli ospedali di Castrovillari e Mormanno. Sedici addetti alla cucina (10 di Castrovillari e 6 di Mormanno) rimangono senza nulla da fare. Assunti, ma non impiegati nelle loro funzioni. Tant’è che dal 2013 ad oggi, le diverse direzioni sanitarie susseguitesi – forse per stare tranquilli con la coscienza – hanno pensato bene di smistarli in diversi ruoli senza alcun cambio di qualifica. Tra l’altro – è c’è davvero da ridere – pare che, nell’autunno scorso, il Commissario Scura si sia addirittura posta l’amletica questione sul perché i cuochi svolgessero altre mansioni e si chiudessero le cucine. Che tradotto significa non avere conoscenza della pianta organica né del fabbisogno dell’azienda. Gravissimo. Ma, nonostante questa presa di coscienza, quella di avere 16 tra cuochi e addetti mensa da poter utilizzare nelle loro mansioni e che avrebbe potuto consentire l’apertura delle cucine, abbattendo i costi, si è pensato ad una trovata fantastica: cambio di qualifica ai cuochi precari, con promessa di una veloce stabilizzazione se avessero accettato di migrare nel 118 a fare gli autisti. In un ruolo delicatissimo che necessita di specifiche competenze di guida e di circoscritte attitudini psicologiche. E non sono voci riportate, ma è scritto in un verbale di incontro controfirmato da alcuni funzionari dell’Asp di Cosenza. Ecco perché – aggiunge il consigliere regionale – portato a conoscenza di questa situazione che ha dell’assurdo, ho subito avviato le procedure per interpellare il presidente della Regione Calabria e chiedere l’apertura di un dossier amministrativo che faccia luce su una vicenda lavorativa che, se dovesse concludersi per come negli accordi, creerebbe un paradosso nella gestione del personale oltre che – conclude Graziano – creare le condizioni per fomentare l’ennesimo disservizio nella gestione della sanità pubblica».

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