COSENZA Bruciata l’automobile dei familiari di Antonio Taranto, il 26enne cosentino ucciso lo scorso 29 marzo in via Popilia, a Cosenza. Si tratta di una Fiat Coupé in uso alla sorella e al fratello della vittima. La vettura è stata data alle fiamme nella notte del 16 gennaio, ma la notizia è stata resa nota solo oggi. Il veicolo era parcheggiato sotto la loro abitazione, a via Popilia, da alcune settimane. Sul caso stanno indagando i carabinieri guidati dal capitano Passaquieti. Al momento non si esclude alcuna pista. Per la morte di Taranto è indagato Domenico Mignolo, ritenuto dagli inquirenti appartenente al clan Rango-Zingari, e già detenuto per altri reati, tra cui l’associazione mafiosa e coinvolto in inchieste della Dda che riguardano la cosca.
L’OMICIDIO La notte tra il 28 e 29 marzo scoppia una lite in una nota discoteca di Rende tra un gruppo di persone capeggiate da Mignolo e un altro, “guidato” da Leonardo Bevilacqua, nel quale si trovava anche Taranto. Il violento diverbio prosegue a via Popilia, nel quartiere in cui risiedono Mignolo e Bevilacqua. Secondo le indagini, Mignolo si sarebbe affacciato dal balcone della sua abitazione e avrebbe cominciato a sparare colpendo Taranto, e avrebbe continuato se la sua pistola non si fosse inceppata.
mi. mo.
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