COSENZA Una riunione operativa si è svolta, questo pomeriggio, nella Procura di Cosenza per valutare le consulenze tecniche da eseguire nell’area dell’ex Legnochimica di Rende. L’intento del procuratore capo, Dario Granieri, che sta coordinando le indagini assieme all’aggiunto Marisa Manzini, è di affidare a un professore dell’Unical una consulenza per accertare il livello di inquinamento dell’ex Legnochimica, chiusa da anni e sequestrata nei mesi scorsi dagli uomini del Nipaf (il Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale) perché la falda acquifera è risultata fortemente inquinata da metalli pesanti. Sigilli anche a due terreni e a 15 pozzi alcuni dei quali usati a scopo irriguo e altri utilizzati nell’allevamento di bestiame. Due sono utilizzati anche a scopo industriale e uno da un’industria alimentare.
L’area, in cui non sono mai state eseguite operazioni di bonifica o messa in sicurezza, è stata periodicamente interessata da fenomeni di incendio, dovuti alla combustione dei rifiuti che hanno sprigionato nell’aria sostanze tossiche. Un fenomeno che non è passato inosservato e che ha visto la denuncia in passato di amministratori e cittadini.
La Procura, infatti, ha iscritto nel registro degli indagati Pasquale Bilotta in qualità di liquidatore rappresentante della società Legnochimica. Secondo l’accusa, Bilotta avrebbe omesso di provvedere alla bonifica dell’area dove c’è l’ex stabilimento, a contrada Lecco di Rende.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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