«Il decreto legislativo di riorganizzazione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive, che si interseca con le riforme istituzionali ed i provvedimenti di riordino delle province, determina la necessità da parte della Regione Calabria, così come avevo anticipato in una mozione depositata in consiglio regionale in data 13 luglio 2015, di intervenire disciplinando la materia e soprattutto definendo compiti, status giuridico e funzioni dei dipendenti addetti al mercato del lavoro ed ai centri per l’impiego». È quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Michele Mirabello, presidente della terza commissione consiliare.
«I complessi quesiti – prosegue Mirabello – che si pongono rispetto allo status giuridico dei dipendenti ed alla definizione del medesimo nelle more della costituzione dell’Agenzia Nazionale (Anpal) costituiscono proprio in questa fase un punto di discussione e preoccupano notevolmente centinaia di addetti e di precari per i quali ad oggi non è stato messo in campo un percorso normativo chiaro e definito. Anche la nostra regione come le altre è posta di fronte alla scelta fra l’opzione dell’istituto dell’avvalimento, con utilizzo dei lavoratori in convenzione con gli enti di area vasta e la gestione dei medesimi servizi presso le attuali sedi provinciali dei Centri per l’Impiego o la costituzione di un’apposita Agenzia regionale».
«A tal proposito – aggiunge il consigliere regionale – non pochi dubbi suscita, come rilevato da alcune organizzazioni sindacali e da autorevoli correnti di pensiero, la paventata ipotesi di far transitare i dipendenti e le funzioni presso l’ente pubblico economico Calabria Lavoro. In effetti, la questione giuridica sottesa alla natura dell’Ente regionale stesso pone problemi in ordine alla conseguente qualificazione giuridica che andrebbero ad assumere lavoratori ad oggi aventi lo status di pubblici dipendenti e che domani, in ipotesi ed in quanto dipendenti di ente pubblico economico, andrebbero a diventare dipendenti con contratti di lavoro di tipo privatistico, tutto ciò nonostante un’interpretazione estensiva dell’art. 31 del Dlgs 165/2001».
«Per tali ragioni – conclude Mirabello – ritengo vada avviata una riflessione che passi necessariamente attraverso una scelta che non possa prescindere o da una modifica legislativa della natura giuridica di Calabria Lavoro o da un utilizzo del criterio dell’avvalimento che potrebbe rappresentare, sulla scorta di quanto ad esempio fatto dalla Regione Emilia Romagna, una soluzione contenete maggiori garanzie per i dipendenti. Ritengo pertanto che la giunta regionale ed il presidente Oliverio su questa vicenda pur nella ristrettezza dei tempi debbano necessariamente avviare un confronto a tutela e garanzia dei lavoratori e dei servizi che i medesimi debbono rendere al territorio in un’ottica di riorganizzazione che è già stata messa in campo dal governo Renzi».
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