ROMA La Corte Costituzionale nella seduta di oggi ha dichiarato ammissibile la richiesta di un referendum e improcedibili altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine. Lo rende noto un comunicato della Consulta. Per questi ultimi cinque quesiti, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto della pronuncia dell’Ufficio centrale per il Referendum della Cassazione che aveva dichiarato che «non hanno più corso le operazioni concernenti le prime cinque richieste referendarie», dichiarando conseguentemente l’estinzione del giudizio. Il quesito ammesso è l’unico del quale l’Ufficio centrale per il Referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la Legge di Stabilità 2016). Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto – come rilevato dall’Ufficio centrale per il Referendum – i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge.
I quesiti referendari erano stati promossi da 10 Regioni: oltre alla Calabria, con un voto unanime del consiglio regionale espresso nel settembre scorso, ci sono anche anche Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Liguria, Campania e Molise.
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