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Strage di via Popilia, confermata condanna per ex boss

CATANZARO La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna di primo grado a nove anni per Franco Bevilacqua, detto “Franco i Mafarda”, ritenuto dagli inquirenti trafficante di dr…

Pubblicato il: 19/01/2016 – 16:06
Strage di via Popilia, confermata condanna per ex boss

CATANZARO La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna di primo grado a nove anni per Franco Bevilacqua, detto “Franco i Mafarda”, ritenuto dagli inquirenti trafficante di droga, rapinatore di furgoni blindati e feroce assassino. L’ex boss del Cosentino, oggi collaboratore di giustizia, è accusato di aver guidato il commando della strage, compiuta il 9 novembre del 2000, a via Popilia, quartiere di Cosenza. Quella tragica sera persero la vita Francesco Tucci e Benito Aldo Chiodo. Una settimana dopo vennero uccisi l’imprenditore Sergio Perri – titolare del cantiere dove venne sotterrata l’auto con la quale si allontanarono i killer della strage di via Popilia – e la moglie Silvana De Marco.
Nel 2001 le forze dell’ordine strinsero le manette ai polsi di Franco Bevilacqua che era sfuggito a una condanna definitiva a 27 anni di carcere. Bevilacqua decise sin da subito di collaborare con la giustizia e fece ritrovare l’automobile usata per la strage e i caricatori dei mitragliatori utilizzati. I magistrati della Dda hanno scoperto i dettagli di quella orrenda strage dal racconto di Bevilacqua che è reo confesso del duplice omicidio di via Popilia. Dopo 14 anni il pubblico ministero Pierpaolo Bruni ha cercato di fare luce sull’agguato. Il pm, nel corso del giudizio di primo grado, aveva chiesto le attenuanti generiche e l’applicazione dell’articolo previsto per i collaboratori di giustizia. Una richiesta alla quale si erano opposti i legali di parte civile. In particolare, l’avvocato Pasquale Naccarato – difensore assieme alla collega Fiorella Bozzarello della famiglia di Francesco Tucci, che si è costituita parte civile – aveva sottolineato l’efferatezza del delitto. Una richiesta respinta dal gup Mellace che comminò in primo grado una pena di nove anni. Pena confermata dal presidente della Corte di Assise d’appello di Catanzaro, Petrini. Bevilacqua, difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonte, è stato ritenuto pienamente responsabile.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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