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“Dulbecco”, la politica lasciata fuori dalla porta

I numeri perché possa diventare l’ennesima farsa di questa amministrazione comunale ci sono tutti: non una parola per far sentire il peso della città nel processo di riforma dei servizi sanitari de…

Pubblicato il: 20/01/2016 – 11:12

I numeri perché possa diventare l’ennesima farsa di questa amministrazione comunale ci sono tutti: non una parola per far sentire il peso della città nel processo di riforma dei servizi sanitari destinati a riverberarsi sui catanzaresi. Per fortuna, l’intesa tra l’Università e il Commissario per il piano di rientro dalla quale dovrebbe nascere la nuova azienda sanitaria “Renato Dulbecco” dovrà ora passare dal consiglio regionale altrimenti una riforma epocale per il diritto all’assistenza dei cittadini si sarebbe conclusa semplicemente con un patto tra due persone che, seppure eminenti tecnici, non sono rappresentativi della popolazione. Ed è ciò che finora è mancato: la voce di un organo elettivo. Insomma la politica è stata il convitato di pietra, lasciata fuori dalla porta seppure dentro si trattasse di una riforma di grande importanza.
L’amministrazione comunale di Catanzaro, anche se direttamente interessata, ha fatto solo polvere, cincischiando fino ad accordo raggiunto dimostrando per intero l’incapacità ad affrontare l’argomento e, quindi, dando l’ennesimo saggio delle sue capacità nell’interesse verso la città colpevolmente abbandonata al suo destino.
Il sindaco, che sembrava volesse indossare la corazza e l’elmo per scendere nell’agone della discussione, ha dovuto alzare le braccia ai primi sussulti: appena Scura ha fatto la voce grossa ed ha detto che l’«ospedale non è del sindaco» si è premurato di inviare ai giornali una dichiarazione con la quale ha «salutato favorevolmente l’intesa tra il Rettore e il Commissario», prendendo atto, con piacere, che era stata salvaguardata l’attuale localizzazione dell’ospedale Pugliese. Come se il problema fosse l’edificio e non ciò che resterà al suo interno e cioè i reparti sui quali potranno contare in futuro i catanzaresi per curarsi.
Forse è bene ricordare che l’ingegnere Scura è stato inviato in Calabria con il compito di tagliare servizi, posti letto e primari e che dal suo bisturi Catanzaro dovrebbe essere privata di circa 400 posti letto. In tale dogma si può prefigurare cosa sarà l’Azienda sanitaria “Dulbecco”.
Ma restiamo ai fatti. Se le parole del Rettore sono state riportate fedelmente, non c’è da stare allegri perché salta fuori una contraddizione centrale. Dice Quattrone: «Nessuno verrà penalizzato» dall’integrazione. Ma subito dopo: «L’ex azienda Pugliese manterrà gran parte delle attività esistenti». Attenzione: «Gran parte» che non collima con quel «nessuno verrà penalizzato». E, infatti, più avanti si dice a chiare lettere che «ci sarà una modesta riduzione nell’immediato e che l’assetto definitivo si raggiungerà entro tre anni». Cosa sarà, dunque, del Pugliese allo scadere del triennio? Ma anche prima, quando per raggiunti limiti di età lascerà i reparti il fior fiore dei professionisti che non potranno essere sostituiti per effetto del blocco del turnover? Quale sarà il prezzo da pagare?
Sono, queste, le domande preoccupate che serpeggiano tra i cittadini, ma non, evidentemente, nelle stanze di Palazzo De Nobili altrimenti non si comprenderebbe tutta questa rassegnazione che può anche essere confusa per incuria o menefreghismo, che sono poi le cause principali del degrado che interessa la città. Il capoluogo della Calabria sembra aver perduto lo smalto che in epoche non lontane aveva e gli era riconosciuto – e forse anche invidiato –; e al suo posto, giorno dopo giorno, si consolida la desolazione e, si spera, non anche la rassegnazione.
Mentre Cosenza si arricchisce con progetti urbanistici funzionali allo sviluppo e la sua amministrazione mostra i muscoli all’ipotesi di trasferire in periferia l’ospedale, facendo valere la forza di un programma integrato che riguarda la rinascita del centro storico, e altrettanto fa Reggio Calabria proponendo una passeggiata a mare stupenda e preparandosi ad assumere per intero il ruolo di Città metropolitana, Catanzaro, invece, sembra conoscere solamente il caos per le strade dissestate e sempre meno controllate, lasciate alla discrezionalità degli automobilisti; con le erbacce al posto del verde pubblico per la cui cura i cittadini pagano le tasse e con le attività commerciali che si assottigliano giorno dopo giorno.
Insomma è la reputazione della città che corre sempre più verso il nulla!

*Giornalista

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