CATANZARO È stato posto ai domiciliari l’avvocato crotonese Rocco Corda, raggiunto lo scorso quattro gennaio da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nel corso dell’operazione Kiterion 2, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia contro la cosca Grande Aracri di Cutro. Il Riesame – accogliendo le tesi degli avvocati Saverio Loiero e Gregorio Viscomi – ha disposto i domiciliari per Corda, previa derubricazione del capo di imputazione di associazione mafiosa in concorso esterno.
Secondo quanto emerso dalle indagini di Kiterion 2 – coordinate dai sostituti procuratori Domenico Guarascio e Vincenzo Capomolla – l’avvocato avrebbe svolto il ruolo di intermediario negli affari del boss Nicolino Grande Aracri. E lo avrebbe fatto mediante investimenti finanziari e immobiliari consistenti, alcuni dei quali anche all’estero, come quello riguardante la realizzazione di 1182 alloggi in Algeria – un’operazione per cui era richiesta una fideiussione bancaria di 5 milioni di euro. Sempre secondo le accuse, l’avvocato avrebbe partecipato a importanti e delicate riunioni delle cosche crotonesi e, attraverso di lui, Grande Aracri sarebbe riuscito a “veicolare” le sue importanti decisioni.
Rispetto a tali risultanze di indagine, Rocco Corda ha chiarito la sua posizione nel corso dell’interrogatorio di garanzia del cinque gennaio, affermando che gli unici legami che lo riconducono alla famiglia Grande Aracri sono di parentela (sua madre e la madre di Nicolino Grande Aracri sono sorelle) e di tipo professionale, avendone, in diversi procedimenti, assunto la veste di difensore. L’indagato, inoltre, ha smentito decisamente l’accusa di aver partecipato a summit mafiosi, nonché di aver posto in essere operazioni finanziarie illecite per conto della consorteria.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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