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Gioia Tauro resta sede dell'Autorità portuale

ROMA Adesso è ufficiale, dunque le bozze circolate nei giorni scorsi trovano conferma: «Le autorità portuali diventano 15 con una sana e seria politica di coordinamento». L’annuncio arriva direttam…

Pubblicato il: 21/01/2016 – 10:34
Gioia Tauro resta sede dell'Autorità portuale

ROMA Adesso è ufficiale, dunque le bozze circolate nei giorni scorsi trovano conferma: «Le autorità portuali diventano 15 con una sana e seria politica di coordinamento». L’annuncio arriva direttamente da Matteo Renzi nella conferenza stampa che racconta le decisioni del Consiglio dei ministri. «È allucinante – ha detto il premier – che oggi con il raddoppio del canale di Suez ci siano dei traffici che vanno a Rotterdam facendo tre, quattro giorni di navigazione in più. Ora ci sarà qualche poltrona in meno ma efficienza in più». Nonostante i tanti campanelli d’allarme suonati nelle ultime settimane, il provvedimento rappresenta una buona notizia per il principale porto calabrese, che sarà sede dell’Authority, come il Corriere della Calabria aveva anticipato giorni fa. Le sedi di Autorità di sistema portuale sono infatti: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste.
Il timbro del presidente del consiglio, dunque, sigilla l’accorpamento filtrato in Transatlantico: il porto di Gioia Tauro farà parte dell’Autorità del Mare Tirreno meridionale, assieme a Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Alla fine passa il progetto iniziale del ministro Graziano Delrio e l’ipotesi di fusione, che sembrava essere stata accantonata, si materializza. La riforma è messa nero su bianco e, con la legge Madia, le Autorità non corrisponderanno più ai singoli porti, ma ne conteranno al proprio interno più di uno. Una sorta di “hub”, distretti, per i trasporti marittimi. Nel futuro restyling però potrebbero essere tagliate anche altre Authority. Per la modifica degli “hub” verranno valutati i volumi di traffico passeggeri e merci. Non solo, il futuro decreto di revisione potrebbe portare anche a un’ulteriore diminuzione delle Authority marittime: nel caso i volumi di traffico minimo vengano meno le Autorità portuali verranno soppresse e le relative funzioni accorpate. 

COSA PREVEDE IL DECRETO Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilevanza nazionale. Le Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale. Alle sedi di Autorità di sistema portuale viene affidato un ruolo strategico di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area. Avrà funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo delle amministrazioni pubbliche. Stretta la relazione con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, in particolare per il Piano regolatore di sistema sortuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari. L’Autorità di sistema portuale sarà governata in modo snello: il presidente, il Comitato di gestione, cioè un board ristretto a poche persone, il segretario generale, il Collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali Comitati portuali, si passa da circa 336 membri a livello nazionale si passa a circa 70. Fanno parte del Comitato di gestione: il presidente, nominato dal ministro d’intesa con il presidente o i presidenti delle Regioni interessate: deve avere comprovata esperienza e qualificazione professionale e ha ampi poteri decisionali; un componente designato dalla Regione, due in caso di due Regioni; un componente designato dal sindaco di ciascuna delle città metropolitane, se presenti nel sistema portuale; un componente designato dal sindaco di ciascuna città ex Autorità portuale, se presenti nel sistema portuale; un rappresentante dell’Autorità marittima con voto solo sulle questioni di competenza. Per garantire la coerenza con la strategia nazionale viene istituito al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti il Tavolo nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema portuale. 
Per il necessario dialogo con i soggetti economici e sociali attivi nei porti è previsto in ciascuna Autorità di sistema portuale un Tavolo di partenariato della risorsa mare, con funzioni consultive di partenariato economico-sociale. Le Autorità potranno avvalersi, all’interno del sistema portuale, di Uffici territoriali di Scalo, nelle sedi delle attuali Autorità portuali, con compiti istruttori e di proposta su materie locali e con altri compiti amministrativi, di vigilanza e decisionali propri. Molti sono, oggi, gli strumenti su logistica e portualità messi in campo dal Mit che rafforzano i porti per affrontare le sfide globali dei porti italiani, quali il raddoppio del Canale di Suez, il gigantismo navale, la necessità di attrazione di investimenti e di grandi partnership industriali, aumento della concorrenza in Nord Europa, Nord Africa, Pireo, area Baltica, Far East. Le altre azioni in corso sono: semplificazioni su escavi e dragaggi nel Collegato ambientale; collegamenti “ultimo miglio”: all’interno del contratto Rfi sono stati attivati diversi collegamenti ferroviari portuali; revisione dei progetti superati e sblocco degli investimenti; ferrobonus e marebonus: 200 milioni di incentivi nella Legge di Stabilità 2016.

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