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Scura ha uno staff "abusivo"?

CATANZARO Massimo Scura ha uno staff “abusivo”? È il sospetto che circola sempre più insistente tra gli uffici della struttura commissariale che gestisce la sanità calabrese. L’ingegnere toscano ha…

Pubblicato il: 23/01/2016 – 11:03
Scura ha uno staff "abusivo"?

CATANZARO Massimo Scura ha uno staff “abusivo”? È il sospetto che circola sempre più insistente tra gli uffici della struttura commissariale che gestisce la sanità calabrese. L’ingegnere toscano ha al suo “servizio” quattro persone (Giuseppe Procopio, Viviana Marasco, Giuseppe Voci e Massimo Suraci), tutti dipendenti regionali da lui direttamente nominati nell’entourage che sovrintende all’attuazione del Piano di rientro dal debito. Personale esperto, in grado di affiancare al meglio l’opera del commissario. I dubbi, semmai, sono relativi al metodo attraverso cui Scura li ha fatti accomodare in cabina di regia. Per le designazioni nello staff, infatti, servono appositi decreti firmati dallo stesso commissario, da inviare successivamente ai ministeri competenti (Salute ed Economia). Ebbene, di quei provvedimenti di nomina sembra non esserci traccia. Né figurano sul portale online della struttura commissariale. Solo un problema di trasparenza? O forse quei decreti non esistono proprio?

LA SECONDA VIA È possibile che il commissario, al timone della sanità da quasi un anno, abbia optato per un ordine di servizio interno, contrariamente a quanto è sempre stato fatto finora. I commissari che l’hanno preceduto – Giuseppe Scopelliti e Luciano Pezzi – hanno sempre effettuato le nomine per decreto, cioè per mezzo di atti ufficiali che poi venivano passati al setaccio dai tecnici ministeriali, al fine di verificare il rispetto delle norme e, soprattutto, dei trattamenti economici del personale.

IL SOSPETTO Forse – suggeriscono i bene informati – l’assenza dei decreti di nomina è dovuta proprio a ragioni “stipendiali”. Esiste infatti un parere ministeriale – firmato dal direttore generale della Programmazione sanitaria, Renato Botti – in cui la struttura commissariale calabrese viene “richiamata” «al rispetto della normativa vigente in materia di trattamenti economici», cioè il decreto legislativo 165 del 2001. Seguono le prescrizioni di legge: l’obbligo, salvo alcuni casi specifici, di «contratti collettivi» e la cessazione della loro efficacia nell’ipotesi in cui gli atti amministrativi attribuiscano incrementi retributivi non previsti dai contratti stessi.
Sarebbe un bel guaio se Scura – che di recente ha vestito i panni del costituzionalista in relazione alla vicenda dell’ospedale Dulbecco di Catanzaro – avesse omesso di firmare i decreti proprio per consentire al suo staff di sforare il tetto stipendiale fissato dalle norme di riferimento. Ma forse sono solo sospetti infondati. Che continueranno a essere alimentati, se quegli atti non salteranno fuori.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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