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Sergio Rizzo a Cosenza racconta il suo romanzo sulla corruzione

COSENZA Manca il deterrente della vergogna, oggi, per frenare la corruzione dilagante che investe il nostro Paese? Secondo Sergio Rizzo sì, senza ombra di dubbio. Il malaffare e la corruzione sono …

Pubblicato il: 23/01/2016 – 14:00
Sergio Rizzo a Cosenza racconta il suo romanzo sulla corruzione

COSENZA Manca il deterrente della vergogna, oggi, per frenare la corruzione dilagante che investe il nostro Paese? Secondo Sergio Rizzo sì, senza ombra di dubbio. Il malaffare e la corruzione sono pane quotidiano per il giornalista del Corriere della Sera – autore, insieme a Gian Antonio Stella, dell’esplosivo libro “La Casta” –, abituato a raccontare miserie e malefatte della classe dirigente italiana. Sembrano appartenere ad un’altra storia, a un altro popolo, i tempi del dopoguerra, durante i quali «il privilegio massimo per i parlamentari era prendere l’autobus gratis». 
Lo racconta quasi con rammarico, Rizzo, nel suo nuovo lavoro, “Il facilitatore” (Feltrinelli) del quale ha parlato venerdì a Cosenza nel corso di un dialogo/intervista con il giornalista del Corriere della Calabria Pablo Petrasso. Il facilitatore del romanzo è Adolfo Ramelli, un uomo che «ha perso l’innocenza», che ha intravisto uno spiraglio per entrare nei lucrosi ingranaggi del potere e ha deciso di cogliere l’occasione. È bastato fare il primo favore. Da quel momento, il giovane giornalista di provincia è entrato nella spirale di un meccanismo perverso, fatto di conoscenze, legami corrotti, guadagni illeciti, appalti truccati. Il mondo di Ramelli non è un mondo immaginario, frutto della fantasia dell’autore, semmai è un mondo tradotto, perfettamente ispirato ai fatti e alle cronache del nostro Paese, di cui Rizzo possiede un immenso archivio. Basti pensare che “facilitatore” è il ruolo nel quale si identificava Luca Odevaine, uno dei protagonisti dell’inchiesta Mafia Capitale.
Alla domanda «chi comanda oggi in Italia?», lo scrittore non ha remore nel rispondere: «Le lobby delle autostrade, per esempio, sono certamente molto potenti». Ma Rizzo è un osservatore onesto. La corruzione – protagonista indiscussa del suo romanzo –, che muove la vita di una nazione intera, non è un fatto nuovo e non investe solo la classe dirigente o i grandi potentati, ma è scivolata senza ostacoli fino alla base della vita economica e civile del Paese. E se è vero che la vergogna non è un deterrente, è altrettanto vero che una presa per assuefazione ha, forse, anestetizzato le coscienze e indebolito l’indignazione. Ed è ancor più vero in Calabria, perché «la Calabria – dice Rizzo – è un problema in sé. Perché il rinnovamento della classe dirigente qui è ancora più urgente che nel resto del Paese». Il facilitatore Ramelli ha perso l’anima nell’assolvere al compito di lubrificante della ruota del malaffare. Non appaiono nella sua vita affetti sinceri e grandi speranze. Forse per cambiare un po’ le cose in Italia basterebbe chiedersi se il gioco vale la candela.

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