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Gambling, arrivano i rinvii a giudizio

REGGIO CALABRIA Si dovranno presentare il prossimo 23 febbraio maggio per l’inizio del processo a loro carico nove imputati che hanno chiesto il rito abbreviato nell’ambito del procedimento Gamblin…

Pubblicato il: 25/01/2016 – 18:49
Gambling, arrivano i rinvii a giudizio

REGGIO CALABRIA Si dovranno presentare il prossimo 23 febbraio maggio per l’inizio del processo a loro carico nove imputati che hanno chiesto il rito abbreviato nell’ambito del procedimento Gambling, che ha svelato come la ‘ndrangheta abbia trasformato affermate società di gioco online in gigantesche lavatrici di denaro sporco. Di fronte al gup andranno Carmela Quattrone, Caterina Marcianò, Fortunato Salvatore Quattrone, Pasquale Scappatura, Marco Mollica, Mariano Tegano, Domenico Tegano, Luca Adornato e Marco Postorino. Per tutti gli altri invece il processo inizierà il 19 maggio di fronte ai giudici del Tribunale di Reggio. Per i pm Stefano Musolino, Rosario Ferracane e Giuseppe Lombardo che hanno coordinato l’inchiesta sono tutti a vario titolo appartenenti a una delle due organizzazioni – una diretta espressione delle ‘ndrine, una seconda prettamente finalizzata al gioco illecito ma con la prima ben disposta a collaborare – coinvolte nel sistema.
AMMISSIONI Un mondo complesso, ricostruito dagli inquirenti grazie alle minuziose indagini che hanno preceduto l’esecuzione dell’operazione nel luglio scorso, ma anche alle rivelazioni di quegli indagati che a vario titolo e in varia misura hanno deciso di collaborare con la Procura. Se il principale indagato, Mario Gennaro, ha iniziato un percorso di collaborazione coerente e in questi primi cruciali sei mesi sta mettendo a verbale tutto quello che sa sui meccanismi di funzionamento del sistema e sui personaggi coinvolti, in tanti fra gli indagati a lui direttamente riferibili hanno fornito anche parziali ammissioni servite – in primo luogo – per riscontrare le dichiarazioni del neo-collaboratore.
IL SISTEMA Tutti elementi che stanno contribuendo a svelare gli infiniti interessi della holding del gioco online che – grazie ad un complesso sistema di trust che occultavano la reale identità delle società di gioco – ha disseminato l’Italia e non solo di centri scommesse illegali, che permettevano di scommettere su tavoli virtuali di cui l’Aams – l’autorità che in Italia regola giochi d’azzardo e scommesse – poco o nulla sapeva.
SECONDA ORGANIZZAZIONE Eppure, proprio questa è la novità – cristallizzata nella contestazione dell’aggravante mafiosa – introdotta al termine delle indagini su quella seconda organizzazione che per anni ha lavorato gomito a gomito con quella dei clan. Per i pm Stefano Musolino, Giuseppe Lombardo, Sara Amerio e Luca Miceli, la complessa organizzazione, non solo avrebbero commesso un’infinita serie di reati che vanno dall’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, all’omessa dichiarazione dei redditi e Iva, passando per la truffa aggravata ai danni dello Stato, ma per farlo avrebbero in alcuni casi palesemente utilizzato un metodo mafioso.
AGGRAVANTE È questa l’aggravante – allo stato – contestata a Caterina Marcianò, Silvio Baione, Fortunato Salvatore Quattrone, Pasquale Scappatura, Marco Mollica, Sasha Ubaldo Ruggeri, Cosimo William Apice, Giancarlo Apice, Francesco Carmelo Dattola, Francesco Sergi, Gaetano Cipolla, Giovanni Cipolla e Francesco Ollio.
I SISTEMI Se nuovi e raffinati erano dunque i sistemi di gambling e scommesse online che i quattro imponevano a centri scommesse, tabaccherie e ricevitorie, i metodi per creare un vero e proprio monopolio del gioco illecito erano quelli di sempre: patti territoriali con soggetti intranei o collusi con le ‘ndrine in grado di garantire non solo l’apertura di nuovi centri, ma anche di fornire garanzie in termini di circolazione di denaro e spartizione dei profitti. Danari spesso versati fisicamente – dunque in maniera del tutto illecita secondo la normativa vigente – a Reggio Calabria ma che andavano a ingrassare le casse delle diverse organizzazioni coinvolte nel sistema nascoste nei più noti paradisi fiscali e occultate da “comode” fiduciarie. Un vorticoso giro di danari derivanti tanto da giochi e scommesse on line. Formalmente a incamerare tutti i proventi era la Softbet Ltd., apparentemente riferibile al maltese Francois Farrugia.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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