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MINACCIA JIHADISTA | In manette a Cosenza foreign fighter – VIDEO

COSENZA Voleva andare a combattere in prima linea sotto le bandiere dell’Isis, Hamil Mehdi il venticinquenne di origine marocchina ma da quasi dieci anni residente in Italia, arrestato a Luzzi nell…

Pubblicato il: 25/01/2016 – 7:00
MINACCIA JIHADISTA | In manette a Cosenza foreign fighter – VIDEO

COSENZA Voleva andare a combattere in prima linea sotto le bandiere dell’Isis, Hamil Mehdi il venticinquenne di origine marocchina ma da quasi dieci anni residente in Italia, arrestato a Luzzi nella notte dalla Digos di Cosenza e dal servizio centrale Antiterrorismoa Fiumicino. Per gli investigatori, è un foreign fighter, uno dei combattenti arruolati da Daesh lontano dai teatri di guerra in cui opera, ma pronti a morire di jihad. Commerciante ambulante, Hamil Mehdi era residente a Luzzi dal 2006, ma negli ultimi anni si era progressivamente radicalizzato finendo per abbracciare le interpretazioni più oltranziste dell’Islam. Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia.
Mehdi, infatti, era stato bloccato all’aeroporto di Istanbul da dove, secondo gli inquirenti e gli investigatori, avrebbe tentato di raggiungere la Siria per arruolarsi nelle file dell’Isis. Il marocchino è così stato respinto dalle autorità turche e rispedito in Italia dove è stato bloccato all’aeroporto di Fiumicino.
Neanche ai familiari aveva svelato le sue intenzioni: quando infatti gli agenti della Digos si sono presentati a casa sua in Calabria, i familiari hanno detto che sarebbe rientrato quella stessa sera. Nel corso della perquisizione, i poliziotti hanno trovato tra l’altro nel suo zaino un paio di pantaloni militari, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano, due telefoni cellulari e 800 euro.

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MEHDI: IN TURCHIA SOLO PER PREGARE
 «Sono andato in Turchia solamente per pregare». È quanto ha detto il marocchino Hamil Mehdi ai poliziotti di Cosenza al momento dell’arresto eseguito stamane per il reato di auto addestramento ai fini di Terrorismo internazionale. Mehdi era stato respinto nel luglio scorso dalla Turchia. «Mi avevano già contestato – ha aggiunto – di appartenere all’Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all’Isis. Sono andato in Turchia solamente per pregare».

LE TECNICHE INVESTIGATIVE Ritenendo probabile che il giovane potesse reiterare il tentativo di recarsi in territori di jihad, sono stati attivati alcuni servizi tecnici e, contemporaneamente, sono state svolte alcune attività tipiche di polizia durate oltre sei mesi. Al termine degli accertamenti sono stati accertati una serie di indicatori che hanno evidenziato una “naturale” propensione del marocchino a sposare la causa dell’Isis: utilizzo di piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali (soprattutto Whatsapp); l’accanito interesse per immagini, filmati e altri contenuti propagandistici riferiti all’organizzazione terroristica dello Stato Islamico, linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d’area, i cui contenuti rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dall’inconfondibile “brand” dello Stato Islamico; la volontà di raggiungere la Turchia e successivamente il progetto di trasferirsi in Belgio; l’estremo rigore nel seguire i dettami del Corano; alcuni accorgimenti tenuti durante la navigazione in internet per evitare di ricevere virus, per evitare di essere intercettati e come operare al fine di disattivarli. I numerosi elementi raccolti sull’indagato hanno costituito una solida base sulla quale integrare i diversi profili penali contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, provvedimento emanato per affinare l’attività di contrasto al terrorismo internazionale con particolare riferimento alla fenomenologia dei “foreign fighters”. Al termine delle attività d’indagine, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha proposto al competente gip l’adozione di misura di custodia cautelare per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, con particolare riferimento alla fenomenologia dei “foreign fighters”, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del marocchino, eseguita oggi.

BOMBARDIERI: CLASSICO COMBATTENTE STRANIERO «L’arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l’auto addestramento ai fini di Terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero». Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l’arresto del marocchino di 25 anni al quale viene contestato l’articolo 270 quinquies del codice penale. «Lo abbiamo monitorato costantemente – ha aggiunto – dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia». Al momento dell’arresto, all’uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.

IL QUESTORE LIGUORI: SULLE SUE TRACCE DA LUGLIO «La Digos di Cosenza ed il Servizio centrale Antiterrorismo era sulle tracce del marocchino arrestato sin da luglio, cioe’ dopo la sua espulsione dalla Turchia». Lo ha detto il questore di Cosenza, Luigi Liguori, circa l’arresto del marocchino Hamil Mehdi accusato del reato di autoaddestramento ai fini di Terrorismo internazionale. «C’è stata una attività investigativa – ha aggiunto – molto serrata ed a tutto campo, senza tralasciare nessun particolare. E proprio durante le indagini sono emersi una serie di elementi che poi hanno indotto la Dda a chiedere l’ordinanza di custodia cautelare che e’ stata eseguita stamane».

 

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