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Banca Brutia, soci privati di ogni diritto

Ormai è inarrestabile l’ondata di sdegno dei soci di Banca Brutia Bcc, i quali continuando a presentarsi allo sportello chiedendo di riottenere almeno l’importo della quota versata per diventare so…

Pubblicato il: 26/01/2016 – 11:18

Ormai è inarrestabile l’ondata di sdegno dei soci di Banca Brutia Bcc, i quali continuando a presentarsi allo sportello chiedendo di riottenere almeno l’importo della quota versata per diventare socio della Banca stessa, si sentono rispondere e non da ora che non è possibile al momento ottenere quanto versato, hai voglia a raccontare che erano i risparmi di una vita, che hai necessità familiari, che hai problemi di salute ecc.ecc.
Il dramma della perdita totale dei propri risparmi inizia a prendere forma e consistenza, ci si chiede se davvero in Italia una cosa del genere è possibile e può accadere. Purtroppo la risposta è nella storia delle piccole banche italiane ad una ad una fagocitate da altre banche con la complicità di Banca d’Italia e dei Commissari dalla stessa nominati con un meccanismo ormai noto.
Il grande problema del piccolo risparmiatore nasce dal fatto che gli amministratori non sempre sono bravi banchieri, spesso tutt’altro, nasce da un tardivo intervento della Banca d’Italia su istituti di credito non è altro che forse non dovevano esistere, nasce dalla mancanza di piani industriali sostenibili. Nel caso di Banca Brutia ci si chiede qual era il piano industriale per giustificare l’apertura di una nuova sede?
Chiediamo di poterlo leggere dice Giorgio Durante coordinatore del comitato soci e risparmiatori Banca Brutia Cosenza, nato in seno al Movimento difesa del Cittadino «questo folle piano industriale approvato da Banca d’Italia riteniamo sia stato la vera ragione della crisi della Banca stessa».
Perché autorizzare l’apertura di un nuovo sportello a tre km da quello di Piazza Zumbini? Non esiste logica alcuna, tant’è che dopo pochi mesi Banca d’Italia interviene e commissaria, a chi interessa quello sportello? A questa domanda avremo presto una risposta ed è per questi soggetti che lavorano i commissari. Afferma ancora Durante la Banca va restituita ai legittimi proprietari cioè i soci, i quali troveranno partner, risorse e motivazioni per rilanciare l’istituto di credito una volta fatta pulizia di coloro che hanno gestito l’istituto fino al Commissariamento, «non ci stiamo all’espropriazione delle nostre quote, lotteremo affinché venga fatta luce su tutta la questione» e continua «non si capisce perché le banche vengono prese in carico dai commissari e hanno un livello di perdite dopo la cura dei commissari le perdite sono maggiori, altro che operare per riportarle “in bonis”! Quello dovrebbe essere l’obiettivo del Commissariamento, non affossare la Banca».
Dalle carte in possesso al Comitato emergono tra l’altro dei dati sorprendenti, revoche di affidamenti ingiustificati e pure illegittimi, richiesta di rientri di prestiti in tempi inumani, e secondo alcuni primi calcoli si presume anche l’applicazione di tassi di usura. Non sarebbe la prima volta che ciò accade era già accaduto con la Banca Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari e dalla Banca Nuova Terra «vengono praticati tassi notevolmente superiori alla soglia d’usura» si legge in un articolo pubblicato sul Fatto quotidiano. Anche lì le associazioni consumatori di sono fatte sentire, dopo aver scritto mille e mille volte alla banca, ai commissari e alla stessa Banca d’Italia. Il fatto grave è che anche durante tutta la gestione commissariale della Bcc di Alberobello la pratica dell’usura è continuata come nulla fosse e i commissari – chiamati a rispondere del loro operato contra legem – hanno opposto le circolari di Bankitalia con la formula matematica da utilizzare per il calcolo del tasso effettivo globale (Teg) dei finanziamenti, una formula così favorevole alle banche da determinare addirittura che «la commissione di massimo scoperto non entra nel calcolo del Teg».
Ma appunto, quella circolare non è legge e la legge parla invece chiaro, come ha sentenziato appunto la Corte di Cassazione. Quanto ai commissari della Bcc di Alberobello, vale giusto la pena osservare che come da miglior tradizione uno di loro, è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta Operazione “oro pro nobis” sul crac della casa di cura Divina Provvidenza, che ha portato all’arresto di diversi soggetti. Ma non è un caso che i commissari nominati da Banca d’Italia restino coinvolti in operazioni strane come lo stesso Governatore, che da settembre è indagato, insieme a sette amministratori e vigilanti della Popolare di Spoleto, dalla Procura di quella città per reati pesantissimi: si va dalla “corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio” alla “truffa”, dal solito “abuso d’ufficio” alla «infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità».
Queste le imputazioni, ma qual è il contesto? Il contesto è sempre molto simile a quello di Banca Brutia, è un’inchiesta sul passaggio della Banca Popolare di Spoleto (Bps) al Banco di Desio e della Brianza, deciso durante un commissariamento voluto da Bankitalia poi giudicato “illegittimo” dal Consiglio di Stato. Ovviamente anche i soci di Pop Spoleto, che si sono visti azzerare il valore della loro partecipazione, non hanno gradito la cosa: la ritengono una “svendita” e, a decine, hanno presentato alla Procura un dettagliato esposto. A leggere le ipotesi di reato, il pm di Spoleto, Gennaro Iannarone, sembra voler approfondire questa ricostruzione: oltre a Visco, infatti, sono indagati i commissari nominati da Bankitalia. Ma la storia dei commissariamenti si incrocia spesso con storie torbide, ventisei persone indagate per il “sodalizio criminale alla governance della Cassa di Risparmio di Rimini (Carim)”. La Guardia di finanza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini agli ex amministratori accusati di associazione per delinquere finalizzata al falso in bilancio e di altri reati societari, anche qui indagati anche due commissari della Banca d’Italia. Queste notizie ovviamente allarmano la compagine sociale, preso atto del fatto che gli stessi rifiutano di incontrare soci e associazioni consumatori e che i commissari scelti dal Governatore della Banca d’Italia, non sono spesso in possesso dei requisiti di terzietà’ ed indipendenza necessari per gestire funzioni delicate ed il destino di numerose famiglie e risparmiatori, curioso anche il fatto che molti sono pugliesi, come Augusto Dell’Erba Presidente del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo italiano.
l’operato dei medesimi commissari, probabilmente influenzato dai desiderata della Banca d’Italia stessa, e’ criticabile in quanto pone al centro gli esclusivi interessi dei banchieri, e come corollario gli eventuali diritti di lavoratori, consumatori e utenti. Non c’è motivo di stare tranquilli perché tra l’altro tutt’ora nell’organigramma di Banca d’italia sono presenti personaggi che dovrebbero sorvegliare, coinvolti in pesanti inchieste su usura ed altri gravissimi reati.
Ci si chiede se l’attuale decisione di commissariare la Bcc Banca Brutia, con la strategia di presentare le passività come perdite certe e crediti inesigibili senza aver neanche tentato il recupero, rientri in questa strategia, e di accertare anche giudiziariamente le eventuali responsabilità in capo ai precedenti amministratori o in capo ad altri soggetti da identificare che organizzano anche influenzando le decisioni delle Istituzioni in modo finalizzato all’azzeramento delle quote associative, nuocendo gravemente all’economia locale violando tra l’altro il dettato costituzionale della tutela del risparmio, con la bieca finalità di trasferire le attività bancarie e solo quelle ad altri soggetti del mondo creditizio coinvolti.

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