COSENZA Da oggi pomeriggio è al vaglio degli inquirenti e di un perito informatico tutto il materiale sequestrato ad Hamil Mehdi, il marocchino di 25 anni arrestato lunedì, a Luzzi, dalla polizia di Stato perché accusato di auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il giovane è detenuto in isolamento nel carcere di Cosenza. Al venticinquenne è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e dal sostituto procuratore, Paolo Petrolo. La Procura ha affidato l’incarico peritale a un consulente informatico che sta analizzando tutti i file video, audio e i testi che il giovane scaricava quasi ogni sera da internet e che sono riferibili all’Isis. Mercoledì pomeriggio, alle 15 nel carcere di Cosenza, si terrà l’interrogatorio di garanzia per Hamil Medhi che avverrà alla presenza del suo avvocato Francesco Porto. Le indagini della Digos di Cosenza e del Servizio centrale antiterrorismo hanno avuto inizio dopo che il venticinquenne, nel luglio scorso, era stato espulso dalla Turchia perché ritenuto pericoloso. Gli inquirenti ipotizzano che il marocchino aveva intenzione di raggiungere la Siria per unirsi al fronte terroristico dell’Isis. Nel corso delle indagini gli investigatori avrebbe accertato che il venticinquenne si sarebbe auto-addestrato per il combattimento ed avrebbe avuto contatti telefonici con esponenti dell’organizzazione terroristica dello Stato islamico. Occhi puntati, quindi, su tutto il materiale sequestrato al presunto foreign fighter calabrese.
LE INDAGINI La soluzione al “mistero” Hamil potrebbe essere nei tabulati telefonici. Così sperano gli investigatori. Che, tra i contatti del 25enne arrestato a Luzzi con altre persone ritenute vicine al terrorismo, hanno scoperto triangolazioni con un numero a sua volta in contatto con Anas El Abboubi, coinvolto nell’operazione “Screen shot” della Digos di Brescia perché ritenuto capo fondatore della filiale italiana di “Sharia 4”, movimento ultraradicale islamico messo al bando in diversi Paesi europei sorto in Belgio nel 2010 e ispirato al predicatore filo-jihaidista Omar Bakri, e il contatto con un’altra utenza belga risultata in contatto con l’attentatore Ayoub El Khazzani, arrestato sul treno Amsterdam-Parigi lo scorso agosto. Proprio il Belgio avrebbe dovuto essere la destinazione di Mehdi nello scorso mese di settembre. Un viaggio saltato all’ultimo minuti per questioni familiari. Hamil usava spesso i social per comunicare e si collegava frequentemente a watsapp. Ragione per cui – scrivono gli inquirenti – si ipotizza che lui avesse utilizzato queste piattaforme anche per «effettuare conversazioni via internet». Da qui il suo accanito interesse per filmati, immagini e altri contenuti propagandistici riferiti all’Isis. Ecco perché spesso si collegava quotidianamente a siti telematici d’area. Un interessamento che gli inquirenti definiscono «morboso» con una consultazione «avida e spasmodica».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
x
x