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A processo i furbetti del cartellino dell'Asp di Cosenza

COSENZA Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cosenza ha rinviato a giudizio gli indagati dell’inchiesta “Camice bianco” che coinvolge medici, infermieri, dirigenti e dipendenti del…

Pubblicato il: 27/01/2016 – 15:10
A processo i furbetti del cartellino dell'Asp di Cosenza

COSENZA Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cosenza ha rinviato a giudizio gli indagati dell’inchiesta “Camice bianco” che coinvolge medici, infermieri, dirigenti e dipendenti dell’Asp di Cosenza. Il prossimo 18 maggio inizierà il processo con il rito ordinario per Mario Avellino, Anna Maria Conforti, Francesca Zinno, Angela Campolongo, Romeo Perri, Anna Turano, Ippolito Spagnuolo, Pasquale Morrone, Marina Sammarra, Giulia Manna, Pia Pignataro, Katja De Rose, Isabella Polillo, Rosalia Cianflone, Annarita Salvo, Carla Caputo, Giovanna Trimarchi, Maria Naccarato, Pieraldo Russo, Gisella Rizzuti, Vincenzo Reda, Asclepiade Felicioli, Alberto Bevilacqua, Elvira Vigna, Claudio Naccarato, Eugenio Presta, Luigi Carelli, Bice Cassazone, Orlando Spizzirri.
Si tratta di dipendenti – alcuni anche con ruolo dirigenziale – dell’azienda sanitaria provinciale, accusate del reato di truffa aggravata e continuata perpetrata ai danni della stessa azienda sanitaria. Il giudice ha poi disposto il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato per Luigi Miceli, la cui posizione era stata stralciata. Per gli unici due indagati che hanno scelto l’abbreviato, la sentenza è stata di non luogo a procedere per Emilia Lopez perché il fatto non costituisce reato. Invece, Luca Pati è stato condannato a sei mesi di reclusione e al pagamento di 300 euro di multa.
Secondo l’accusa, gli indagati, in servizio all’ospedale civile o nelle varie sedi dell’Asp, durante l’orario di servizio, regolarmente retribuito, anche con prestazioni extra di straordinario, «con sistematicità e abitualità», avrebbero posto in essere condotte di truffa in danno dell’amministrazione di appartenenza attraverso la falsificazione degli orari di presenza e di uscita, mediante l’infedele timbratura del cartellino marcatempo. In una circostanza, secondo quanto reso noto, sarebbe stata accertata l’effrazione di un distributore automatico di alimenti e bevande con la conseguente asportazione del denaro contenuto da parte di due indagati.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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