SANT’AGATA D’ESARO Da dieci anni sono un coppia consolidata che vive e lavora a Sant’Agata d’Esaro, piccolo centro nel Cosentino, e ora, alla vigilia della discussione in Senato del Ddl Cirinnà, chiedono che, finalmente, venga approvata una legge che riconosca loro i diritti di una famiglia. E’ la storia di Alessio Berardi e Valeriano Borrello, entrambi poco più che quarantenni, che dalla Calabria raccontano la loro esperienza di coppia. Alessio, milanese doc, si è trasferito a Sant’Agata D’Esaro per amore e ora non esita a ribadire con forza la sua posizione perché «nessuno può stabilire quale sia la formula della famiglia perfetta. La famiglia è dove c’è amore e rispetto per tutti i suoi membri. Ed è anche giusto che vengano riconosciuti i nostri diritti di famiglia».
La coppia gestisce un’azienda agricola di suino nero di Calabria e pratica il baratto e l’ospitalità diffusa. I due conducono una vita “slow”: rispetto per la natura e amore per l’arte sono i concetti attorno ai quali ruota la loro vita. Quella in cui vivono Ale e Vale (per gli amici) è una casa colorata che sembra uscita da un’illustrazione giapponese di Hokusai Katsushika. E a guardar meglio, infatti, si scorge nel giardino una pagoda per la meditazione, costruita seguendo fedelmente i criteri nipponici. Una casa rural-chic, curata nei minimi particolari, dove non c’è la televisione ma vivono tanti animali: il canarino Pitti, i cani Lana e Tommaso e la mucca Biancaneve. In definitiva, un luogo speciale, sperduto tra la natura selvaggia, dove natura e arte si mescolano armoniosamente. «Il mio ideale di famiglia – spiega Alessio – sarebbe con due figli naturali, uno mio e l’altro di Valeriano, tutti insieme sotto un unico tetto. Non pretendo, però di decretare che sia il modello perfetto in assoluto. Per qualcun altro sarà formata da due papà e un figlio o solo da un uomo e una donna. Il punto è che la cultura tradizionale ci ha abituati al modello tipico di famiglia. Tipico appunto, ma non ottimale. Secondo noi la famiglia è dove c’è amore e dove ci sono tutti i componenti essenziali, i nonni, gli zii e i cuginetti».
Alessio e Valeriano hanno aperto la strada in paese per diverse altre giovani coppie gay. «Vengono spesso a trovarci – dicono – ragazzi del paese per chiederci consigli e raccontarci come vivono la loro vita di coppia». «Noi stiamo insieme da anni – aggiungono all’unisono – e ci vogliamo bene, condividiamo il lavoro, le passioni e abbiamo tanti amici. Siamo una coppia normale. Quindi è giusto che i nostri diritti siano tutelati. È assurdo pensare, infatti, che uno di noi non può andare in ospedale a chiedere informazioni sulle condizioni dell’altro. Ed è assurdo che qui arrivi un controllo dell’Ispettorato del lavoro e si stupiscano del fatto che Alessio dichiara di essere il mio compagno».
Infine Alessio e Valeriano affrontano il tema dei figli. «Abbiamo pensato – concludono – all’ipotesi di averne. Sarebbe bello, ma per ora saremmo già molto felici se si iniziasse a pensare alle persone senza identificarle per il proprio orientamento sessuale».
Elvira Madrigrano
Ansa
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