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Battaglia e Oliverio contro la stepchild adoption

«Siamo convinti dell’esigenza di garantire e normare i diritti e i doveri delle coppie omosessuali e questo non solo per ottemperare ai rilievi della Corte di giustizia europea e della Corte costit…

Pubblicato il: 29/01/2016 – 12:16
Battaglia e Oliverio contro la stepchild adoption

«Siamo convinti dell’esigenza di garantire e normare i diritti e i doveri delle coppie omosessuali e questo non solo per ottemperare ai rilievi della Corte di giustizia europea e della Corte costituzionale, ma perché riteniamo doveroso e opportuno un intervento legislativo che metta fine ai troppi ritardi e rinvii accumulatisi nel tempo». È la posizione espressa in Senato sul ddl Cirinnà – che regolamenta le unioni civili – dai parlamentari calabresi del Pd Demetrio Battaglia e Nicodemo Oliverio, che hanno manifestato contrarietà rispetto, in particolare, alla cosiddetta “stepchild adoption”, ovvero l’adozione del figlio naturale del convivente a prescindere dall’orientamento sessuale della coppia.
«Apprezzabile – proseguono i due senatori – che il Pd abbia riconosciuto trattarsi di materia eticamente sensibile sulla quale un partito plurale non può che conferire libertà di voto ai propri parlamentari. Come, del resto, è stabilito a chiare lettere nello statuto del Pd. Ciononostante, ferma restando tale soluzione “di ultima istanza”, proprio in quanto animati da spirito unitario e senso di responsabilità, non ci rassegniamo alla divisione. Il nostro auspicio e il nostro impegno sono tesi alla ricerca, sino all’estremo limite, di una mediazione alta e condivisa dentro il Pd. Un passo importante, in tale direzione, lo si è fatto nel definire le unioni civili come “formazioni sociali specifiche”».
«Tuttavia – aggiungono Battaglia e Oliverio – per assicurare coerenza logica e normativa a tale opzione concepita allo scopo di marcare la differenza rispetto alla famiglia naturale fondata sul matrimonio ex art. 29 Cost., è nostra convinzione che, sul testo in esame, si debbano apportare alcuni correttivi. In particolare chiediamo: una riformulazione giuridicamente più coerente degli art. 2, 3 e 4 che eviti i rimandi pedissequi alle norme del Codice civile sul matrimonio ivi considerato nella sua accezione costituzionale, sanando così le contraddizioni e ambiguità ora presenti; che, in premessa, il riferimento all’art. 2 della Costituzione sia reso esplicito; che l’art. 5 che introduce la cosiddetta “stepchild adoption” sia stralciato e rinviato ad una riforma più organica degli istituti paragenitoriali, ovvero sostituito con soluzioni normative che, nel garantire piena tutela ai diritti dei minori, evitino di legittimare o incentivare comportamenti gravemente antigiuridici».
«Lo ribadiamo: ci anima uno spirito unitario, la tensione a realizzare, per quanto possibile, un consenso largo, non solo nel Pd, nella maggioranza che sostiene il governo, e nel parlamento, ma soprattutto nel paese. È dovere del legislatore, in tema di diritti civili, farsi carico – concludono Battaglia e Oliverio – dell’obiettivo di non lacerare il paese, e di evitare che le leggi al riguardo subiscano cambiamenti ad ogni avvicendamento delle maggioranza politiche. In breve, ci si deve dotare di uno spirito largo e di uno sguardo lungo».

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