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Cadono i domiciliari anche per Fedele

REGGIO CALABRIA Dopo il senatore Giovanni Bilardi e l’ex assessore Nino De Gaetano, anche il responsabile dei Trasporti per la giunta Scopelliti Luigi Fedele vede cadere i domiciliari disposti nel …

Pubblicato il: 30/01/2016 – 11:09
Cadono i domiciliari anche per Fedele

REGGIO CALABRIA Dopo il senatore Giovanni Bilardi e l’ex assessore Nino De Gaetano, anche il responsabile dei Trasporti per la giunta Scopelliti Luigi Fedele vede cadere i domiciliari disposti nel giugno scorso per lui, come per gli altri due politici, dal gip Olga Tarzia nell’ambito del procedimento Rimborsopoli, che ha svelato anni di gestione impropria dei fondi regionali destinati ai gruppi consiliari. Il Tribunale della libertà, chiamato dalla Cassazione a riesaminare la misura dei domiciliari disposta a carico dei tre, ha accolto l’istanza dei legali che nel proprio ricorso hanno sottolineato la mancanza di attualità delle esigenze cautelari rispetto alle contestazioni. Traduzione: dal momento in cui i reati contestati sono stati commessi – tra il 2011 e il 2012 – è passato troppo tempo perché si giustifichino misure detentive.

IL PROCEDIMENTO Una pronuncia, arrivata quasi a conclusione naturale della misura, che nulla ha cambiato del quadro accusatorio contestato ai tre, tanto meno nell’iter del procedimento che prosegue il suo corso. Se per il senatore Bilardi, dopo il via libera strappato alla Giunta per le autorizzazioni, bisognerà comunque attendere che si pronunci la Camera di appartenenza perché possa essere eventualmente portato a giudizio, De Gaetano e Fedele sono attesi in aula il prossimo 15 febbraio per l’inizio del processo a loro carico.

LE ACCUSE CONTRO DE GAETANO Passato dalla Federazione della sinistra al Partito democratico, dopo un breve periodo di allocazione nel gruppo Progetto democratico, per i magistrati De Gaetano ha mantenuto inalterata un’indiscutibile capacità nel gestire “allegramente” i fondi pubblici in qualsiasi partito si trovasse. In qualità di tesoriere o di semplice consigliere, grazie ai fondi destinati ai gruppi, è riuscito a farsi finanziare pranzi, cene e viaggi, un esercito di collaboratori degno di uno sceicco – sono ventisette fra cui il cugino Carmelo Lazzaro – leasing, assicurazione e riparazioni di un’auto di lusso, per giunta “ereditata” da uno zio. A suo carico ci sono più di 400mila euro di spese ingiustificate e altrettanto ingiustificati prelievi con il bancomat assegnato al gruppo.
«Inoltre – aveva sottolineato il gip nell’ordinanza – lo stesso si è reso responsabile di gravi manipolazioni della documentazione contabile, sia producendo al consiglio regionale note di rendiconto totalmente mendaci, sia confezionando documenti di spesa di cui si è accertata la falsità, come quelli relativi alla Az Litografia, giungendo a predisporre vere e proprie fatture false». Abilità che per il giudice sono ancor più pericolose alla luce del potere e dell’influenza politica di De Gaetano che, «sebbene non ricandidato per le recenti consultazioni elettorali, rimane soggetto molto attivo politicamente a livello locale, che ha ricoperto diversi ruoli di prestigio al livello dell’amministrazione regionale, essendo anche stato assessore regionale. Fitta quindi la rete di rapporti con soggetti che attualmente ricoprono incarichi all’interno della pubblica amministrazione locale della quale può giovarsi l’indagato al fine di reiterare reati della stessa specie di quelli per i quali si procede nei suoi confronti».

LE CONTESTAZIONI MOSSE A FEDELE Simili le accuse che la Procura muove al suo predecessore ai Trasporti, Luigi Fedele. Per i magistrati infatti l’ex assessore e capogruppo Pdl, avrebbe accumulato quasi 400mila euro di spese incongruenti, che includono non solo cene e pranzi organizzati presso il ristorante del figlio, ma anche una serie di viaggi all’estero – da New York a Londra, da Vienna a Venezia, da Montecarlo a Berlino – pagati dal gruppo consiliare anche ad Antonia Pinneri, definita dal politico «collaboratrice storica del gruppo», nonostante un’informativa riservata – per ragioni di privacy inaccessibile anche agli altri indagati – dimostri la diversa natura del rapporto dei due con conversazioni «inequivocabili». Condotte giudicate duramente dal gip prima e dal Tribunale delle libertà dopo, che nel confermare i domiciliari all’ex assessore le definisce « connotate dai requisiti della sistematicità comportamentale, inserite in un contesto complesso e articolato, sicuramente deviate dai fini istituzionali dell’azione pubblica dei gruppi consiliari regionali e della funzione pubblica loro assegnata, che, per un verso, appaiono idonee a gettare discredito sulla efficienza e imparzialità dell’istituzione consiliare e sulla credibilità dei soggetti che, nei rispettivi ambiti, politico-istituzionali e burocratici, la incarnano, mentre, per altro verso, rimarcano l’assoluta indifferenza del ricorrente e dei coindagati rispetto ai rigori, previsti dalla legge, nei confronti di coloro che hanno la responsabilità, in qualità di pubblico ufficiale, dell’utilizzo del denaro pubblico per la destinazione legislativamente prevista e a vantaggio delle attività istituzionali del Consiglio e non del singolo».
Una valutazione – sottolineano i giudici – che rimane attuale nonostante Fedele non ricopra più alcun incarico pubblico alla luce dei «costanti collegamenti che il ricorrente e i coindagati conservano indipendentemente dalla cessazione da incarichi pubblici o elettivi e sulla base di collaudati rapporti personali intercorrenti tra loro e derivanti da una rete di cointeressenze anche personali, nel tempo ben strutturata ed accertata».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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