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Ricettari, tra ritardi e veti, è sempre emergenza

VIBO VALENTIA Mancano solo la Calabria e la provincia di Bolzano. Tutte le altre regioni si stanno mettendo, con percentuali variabili di copertura, a regime per quanto riguarda l’adozione delle ri…

Pubblicato il: 31/01/2016 – 8:21
Ricettari, tra ritardi e veti, è sempre emergenza

VIBO VALENTIA Mancano solo la Calabria e la provincia di Bolzano. Tutte le altre regioni si stanno mettendo, con percentuali variabili di copertura, a regime per quanto riguarda l’adozione delle ricette mediche dematerializzate. Si tratta, in parole povere, delle ricette elettroniche, prescritte in modo digitale dal medico e visibili sul terminale del farmacista ma anche negli archivi del ministero dell’Economia e delle Finanze.
In Calabria ancora si viaggia con le ricette in filigrana, quelle cartacee stampate dalla dall’Istituto poligrafico dello Stato e vendute alle regioni alla modica cifra di 40 centesimi a foglio. Per la Calabria, secondo il dipartimento regionale della Sanità, rifornirsi dei preziosi ricettari ha un costo di circa un milione di euro all’anno.

CARENZA DI RICETTARI I ricettari, però, ultimamente scarseggiano. L’emergenza la stanno vivendo, a turno, un po’ tutte le Asp. Dopo l’allarme lanciato a Reggio Calabria, adesso è la volta di Vibo Valentia. L’ordine vibonese dei medici, di recente, è stato costretto a diramare un comunicato: “Per un ritardo nell’invio del previsto carico annuale da parte dell’Istituto poligrafico di Stato, si è determinata una carenza di ricettari rosa nella nostra Azienda sanitaria a cui si è cercato di sopperire chiedendone in prestito da altre aziende sanitarie calabresi. I predetti ricettari, che al momento potranno coprire solo parzialmente le esigenze dei medici prescrittori (in particolare dei medici di Medicina generale e dei pediatri di libera scelta), sono già disponibili presso i tre distretti Sanitari di Vibo, di Serra e di Tropea. Alla luce delle criticità evidenziate, questa direzione autorizza i medici che dovesse rimanere completamente sprovvisti, ad utilizzare, a far data dal 18 gennaio p.v. e fino a nuova comunicazione, il ricettario bianco, prioritariamente per la prescrizione di farmaci”. Insomma, pur di sopperire alla carenza dei preziosi fogli in filigrana, i medici sono stati, in via straordinaria, autorizzati a utilizzare il ricettario bianco.

BRACCIO DI FERRO TRA MEDICI E COMMISSARIO Ma da cosa nasce questo ennesimo ritardo che vede protagonista la Calabria? “Ci sono stati diversi incontri ma ancora non è stato concluso nulla”, dice Daniele D’angelo, direttore di Promofarma, la società di Federfama che si occupa di sanità digitale. In realtà un protocollo d’intesa per far partire la sperimentazione era già stato firmato a febbraio 2015 tra le file sindacali dei medici e i dirigenti del dipartimento regionale Sanità, l’allora direttore generale Bruno Zito e il dirigente di settore Tutela della salute, Salvatore Lo Presti.
Stando a quanto conferma Francesco Esposito, segretario regionale del sindacato dei medici italiani (Smi), i medici avevano concordato con la Regione di adeguarsi gratuitamente all’adozione delle ricette elettroniche pur di ottenere gli arretrati dell’adeguamento contrattuale risalenti al 2010. Questi adeguamenti consistevano in uno scatto di 0,81 euro a paziente. “Erano soldi comunque previsti dal contratto nazionale – spiega Esposito – non chiedevamo la luna o grandi incentivi come è accaduto in altre regioni”. Ma a bloccare il protocollo d’intesa – dicono dal dipartimento Sanità e dalle sigle sindacali dei medici – sarebbe intervenuto il commissario al Piano di rientro, Massimo Scura, contestando il protocollo già siglato. Per l’invio telematico delle ricette, la Regione Calabria ha deciso di aderire al sistema Sac (sistema di accoglienza centrale), curato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite Sogei, società in house del ministero che si occupa di information technology. Sogei aveva stabilito un cronoprogramma di 18 mesi affinché tutto il territorio si dotasse dei software necessari e si adeguasse ai ricettari dematerializzati. Ma con il veto di Scura sul protocollo d’intesa, anche il cronoprogramma si è arenato. “A dicembre, con le sigle sindacali, abbiamo redatto una nuova proposta di protocollo – dice Esposito – che adesso deve essere approvata dal commissario. Noi chiediamo sempre la stessa cosa, i soldi dell’adeguamento del contratto”. Tra l’altro a breve dovrebbero essere emessi i decreti ingiuntivi richiesti dai medici in ordine al credito per l’adeguamento. Se il contenzioso dovesse risolversi tramite le vie legali, questo rischia di comportare una maggiore spesa per le casse della Regione che dovrebbe pagare, oltre al dovuto, anche le spese legali. E il protocollo d’intesa perderebbe uno dei suoi “ganci” – a detta dei medici – più vantaggiosi. A quanto pare, per il momento, il sistema della ricette dematerializzate è attivo solo all’interno del circuito delle Aziende ospedaliere.
Secondo l’ultimo decreto firmato dal ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, l’uso delle ricette elettroniche deve partire in tutta Italia entro gennaio 2016. Ergo, ora. Il ministro ha deciso di non procrastinare oltre un progetto che si trascina già da troppo tempo, se solo si pensa che la prima scadenza, non rispettata, auspicata dalla Ragioneria dello Stato, prevedeva di fare partire tutte le sperimentazioni entro il 30 giugno 2014.
Dare il via alle ricette elettroniche comporterebbe, spiega Daniele D’angelo, notevoli vantaggi, non solo nel tagliare i costi della spesa delle ricette in filigrana ma anche da un punto di vista logistico e dei controlli. I collegamenti diretti coi Cup abbasserebbero le liste d’attesa perché eviterebbero ai “furbetti” di prenotarsi contemporaneamente a più sportelli. E ci sarebbero più controlli sull’appropriatezza delle prescrizioni. Non è un caso che, dice D’Angelo, “la Ragioneria dello Stato presti molta attenzione a questo progetto”. Sperando che la Calabria riesca a uscire dal limbo.

Alessia Truzzolillo

a.truzzolillo@corrierecal.it

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