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Falsi esami all'Unical, il docente: «La firma non è mia»

COSENZA «Quella firma sullo statino non è mia». Lo ha ribadito a chiare lettere il professore Roberto Bondì, docente di Storia del pensiero scientifico dell’Unical, al Tribunale di Cosenza nel cors…

Pubblicato il: 01/02/2016 – 18:02
Falsi esami all'Unical, il docente: «La firma non è mia»

COSENZA «Quella firma sullo statino non è mia». Lo ha ribadito a chiare lettere il professore Roberto Bondì, docente di Storia del pensiero scientifico dell’Unical, al Tribunale di Cosenza nel corso di una lunga udienza del processo sui presunti falsi esami alla facoltà di Lettere dell’Università della Calabria. Sul banco degli imputati ci sono studenti, laureandi, personale amministrativo e qualche docente. Un quadro descritto, questa mattina nell’aula 9, dal professore Bondì che per diverse ore al giudice Angela Lucia Marletta e al pm Antonio Bruno Tridico ha elencato le anomalie da lui riscontrate in alcuni statini e libretti. Le domande del pubblico ministero, prima, e delle difese, poi, sono entrate nel tecnico sui metodi di registrazione degli esami. E su alcune domande specifiche, il professore Bondì ha detto di non conoscere i meccanismi di registrazione degli esami di cui si occupa la segreteria.
È toccato, poi, alla dottoressa Bruna Adamo salire sul banco dei testimoni. L’ex direttore amministrativo dell’Unical ha descritto il funzionamento dell’ateneo che è «un ente virtuoso» in cui lavorano tante persone come lei che stanno lì per moltissime ore. Sul meccanismo di registrazione degli esami dell’Unical, si è incentrata l’escussione di Nicola Folino, responsabile dell’area informatica che ha spiegato come funzionano i sistemi uniwex (per la registrazione informatica degli esami e giss (per la gestione informatica degli studenti) e da qui la differenza tra «firma debole» e «firma forte».
Le indagini sono partite nel marzo del 2011 a seguito di una segnalazione dell’allora rettore Giovanni Latorre, dopo che un docente della facoltà di Lettere aveva disconosciuto una sua firma sullo statino di uno studente. Da lì, gli inquirenti avevano scoperto un vero e proprio sistema che, tra il 2004 e il 2011, avrebbe portato i laureandi a superare gli esami senza effettivamente sostenerli. Al termine delle indagini, grazie alla collaborazione di alcuni indagati e alle prove documentali raccolte, si è arrivati a ipotizzare i reati di falso ideologico e materiale oltre che di accesso abusivo al sistema informatico. Il Tribunale ha aggiornato il processo al prossimo 4 aprile e anche al 18 aprile per ascoltare altri testimoni della Procura.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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