REGGIO CALABRIA Il Garante è sempre più “improltronato”. Nonostante il suo mandato sia scaduto da quasi un anno, ormai. L’ex parlamentare Marilina Intrieri non intende in alcun modo abdicare a quello che ritiene ancora il suo ruolo istituzionale di responsabile regionale per l’infanzia. E questo malgrado il consiglio regionale – l’organo da cui dipende la nomina – le abbia dato il benservito lo scorso maggio, con tanto di comunicazione ufficiale.
IN POLTRONA Niente da fare, Intrieri è rimasta al suo posto ancorché – sempre secondo Palazzo Campanella – “abusiva”, illegittimamente accomodata. E da quella poltrona continua ad adottare provvedimenti, emanare diffide e finanche a concedere interviste in qualità di responsabile per l’infanzia in carica (l’ultima proprio oggi, concessa a “Buongiorno regione”, Tg3). La sua intensa attività non è poi così esoterica, dal momento che è ben documentata nel sito ufficiale del Garante, ospitato nel portale web della Regione Calabria. Il caso, nel novembre scorso, era stato sollevato dal Corriere della Calabria, ma da allora non è cambiato nulla. Ed ecco quindi Intrieri che segnala l’importanza di istituire una sezione staccata del Cnr per l’autismo di Messina e Reggio (3 dicembre), che intraprende azioni a tutela delle donne incinte (7 dicembre), che esorta la politica ad attivare un progetto educativo contro la violenza di genere (11 dicembre). Tutte iniziative meritorie, certo, a cui si aggiungono anche gli incontri pubblici – come quello al Viminale (29 dicembre) nell’ambito del progetto “Liberi di scegliere” – e le diffide contro la Regione stessa e in particolare nei confronti della direzione generale del dipartimento Lavoro (15 gennaio). Atti che si suppongono ufficiali e che riportano in calce la firma del Garante, cioè l’«on. Marilina Intrieri», che insiste a usare un titolo scaduto nel momento in cui ha abbandonato il suo scranno alla Camera, nel 2008. (Il suo ricorso all’appellativo riservato ai parlamentari era finito al centro di una polemica nazionale quando, dopo aver rispedito al mittente la documentazione che le avrebbe permesso di ispezionare il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, aveva “intimato” a un funzionario della Prefettura di Crotone di essere chiamata “onorevole”).
DECADUTA Intrieri, secondo il consiglio regionale, dal 21 maggio scorso non è più il Garante dell’infanzia calabrese. La sua decadenza viene comunicata ufficialmente il 16 giugno successivo, dall’allora presidente dell’assemblea Antonio Scalzo. La legge di riferimento è la 39 del 1995. Subito dopo Intrieri riceve una nota da Palazzo Campanella con la quale viene informata della «cessazione della carica» e invitata a prenderne atto. L’obiezione dell’ex deputata è immediata: rimango al mio posto in regime di prorogatio e fin quando non sarà nominato il mio successore. Ma nel ragionamento c’è una falla. La legge 28 del 2004, che istituisce e disciplina l’ufficio per l’infanzia, non prevede l’istituto della prorogatio, ma stabilisce invece che l’organo dura in carica per l’intera legislatura ed è rinnovabile una sola volta. In base alla legge 39, quella già citata da Scalzo, tutti gli uffici la cui scadenza è legata alla durata della legislatura cessano 90 giorni dopo la data di insediamento del nuovo consiglio regionale, in questo caso avvenuto il 7 gennaio. Un limite temporale che può comunque ricevere un’altra proroga di 45 giorni. Il termine del 21 maggio, perciò, non poteva essere sforato.
LE NOMINE L’abusivismo di Intrieri va a nozze con i ritardi della politica. Le decine e decine di nomine negli enti para-regionali di competenza del Consiglio non sono ancora state effettuate. Il presidente Nicola Irto, nei mesi scorsi, ha provato a far convergenze forze di maggioranza e minoranza su nomi condivisi, ma la quadra, alla fine, non è stata trovata. Così il numero uno di Palazzo Campanella ha optato per l’uso dei suoi poteri sostitutivi: le nomine le deciderà lui. E allora perché non è ancora stato designato il successore di Intrieri e di tutti gli altri rappresentanti scaduti?
Il motivo risiederebbe nella natura controversa delle nuove norme sulla riorganizzazione della amministrazioni pubbliche. Nell’elenco di idonei a disposizione di Irto, infatti, figurerebbero un gran numero di pensionati. Ma l’assegnazione di incarichi, in questa circostanza, è un percorso a ostacoli. La legge 124 del 2005 chiarisce che i soggetti in quiescenza possano essere nominati a titolo esclusivamente gratuito e solo per un anno, non prorogabile. Un guaio, visto che molti incarichi, tra cui proprio quello di Garante per l’infanzia, prevedono una permanenza superiore ai 12 mesi. Per uscire dall’impasse, Irto ha di recente chiesto un parere al ministero della Funzione pubblica. Solo dopo aver ricevuto la risposta – che dovrebbe arrivare a breve – procederà alle nomine. Nel frattempo, Intrieri non sembra avere la voglia di lasciare un posto che non è più suo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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