CATANZARO Mettiamo il caso che siate dei cittadini modello. E che vi imbattiate in una gara d’appalto che vi sembra strana. Qualcosa di tanto anomalo da essere degno di una segnalazione alla Regione Calabria. Potete provarci, certo. Ma riuscirci è tutta un’altra cosa. L’esito più probabile, infatti, è quello di inviare la vostra nota da cittadini modello altrove. In Lombardia, per la precisione. E tutto grazie al rivoluzionario portale dedicato dall’amministrazione regionale alla trasparenza. Lo stesso che, nella sezione “consulenti”, riporta come incarico più recente quello assegnato a un avvocato nel mese di giugno 2015. Come se negli ultimi sette mesi la giunta non avesse sfornato nuovi collaboratori.
Ma torniamo all’anticorruzione, perché la storia è paradossale. E partiamo dal principio. Come si inoltra la segnalazione? Facilissimo. Basta cliccare sull’area “Anticorruzione” sulla home page dedicata all’Operazione (scarsa) trasparenza.
Da lì, è sufficiente spostarsi verso il basso, fino al paragrafo “Proposte e segnalazioni anti-corruzione”. L’area in cui, entusiasta, il sito annuncia che la «Regione Calabria, in coerenza con le indicazioni del Piano nazionale Anticorruzione ha istituito un canale di ascolto permanente con il responsabile della prevenzione della corruzione attraverso la casella di posta “proposteanticorruzione@regcal.it”».
Bene, il responsabile può stare tranquillo: nessuno lo disturberà per questa via. Infatti, cliccando sull’indirizzo di posta elettronica evidenziato, si viene dirottati a un ufficio anticorruzione che non c’entra nulla con la Calabria. Le segnalazioni 2.0 le mandiamo direttamente in Lombardia, che è meglio.
È peggio, invece, quello che ci segnala un lettore. Lui, dato che ci teneva moltissimo a fare una segnalazione e gli sembrava inutile mandarla in Lombardia, ha scritto direttamente all’indirizzo segnalato (incollandolo nell’area riservata al destinatario dell’email). Risultato: l’indirizzo risulta non esistente, almeno stando alla risposta che è arrivata alla sua casella di posta elettronica. Le proposte anticorruzione, per il momento, è meglio portarle a mano. O sperare che in Lombardia qualcuno si muova a compassione e informi i colleghi calabresi.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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