COSENZA Il gip di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha convalidato la misura cautelare in carcere per Hamil Mehdi, il marocchino di 25 anni arrestato la scorsa settimana, a Luzzi, dalla polizia di Stato perché accusato di auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il giovane è detenuto in isolamento nel carcere di Cosenza. Il suo legale, l’avvocato Francesco Porto, mercoledì mattina, depositerà ricorso al Tribunale del Riesame. Le indagini della Digos di Cosenza e del Servizio centrale antiterrorismo, coordinate dal procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo hanno avuto inizio dopo che il venticinquenne, nel luglio scorso, era stato espulso dalla Turchia perché ritenuto pericoloso.
Gli inquirenti ipotizzano che il marocchino avesse intenzione di raggiungere la Siria per unirsi al fronte terroristico dell’Isis. Nel corso delle indagini gli investigatori avrebbero accertato che il giovane – venditore ambulante di tappeti tra Rende e Montalto – si sarebbe auto-addestrato per il combattimento e avrebbe avuto contatti telefonici con esponenti dell’organizzazione terroristica dello Stato islamico. Occhi puntati, quindi, su tutto il materiale sequestrato al presunto foreign fighter calabrese. In particolare, ai raggi X tutti i video e i file trovati sul suo pc. Materiale che il ragazzo – nel corso dell’interrogatorio di garanzia – ha spiegato di aver cercato su youtube solo «per curiosità»: ha cliccato su quei video, andando a vedere anche poi quelli correlati. Il giovane ha detto di essere musulmano ma che non gli «piace il terrorismo». Ha spiegato, inoltre, di essere andato in Turchia soltanto «per pregare» e ha scelto quel luogo perché era quello logisticamente più raggiungibile e più aperto alle religioni.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
x
x