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Clan in Brianza, Corte d'Appello: no all'associazione mafiosa

MILANO È caduta ancora una volta l’accusa di associazione mafiosa che era contestata a sei persone che, secondo la Dda di Milano, avrebbero fatto parte di un clan della ‘ndrangheta radicato a Monza…

Pubblicato il: 03/02/2016 – 11:29
Clan in Brianza, Corte d'Appello: no all'associazione mafiosa

MILANO È caduta ancora una volta l’accusa di associazione mafiosa che era contestata a sei persone che, secondo la Dda di Milano, avrebbero fatto parte di un clan della ‘ndrangheta radicato a Monza in Brianza. La Corte d’Appello del capoluogo lombardo, infatti, nel processo di secondo grado bis, che derivava da un annullamento con rinvio da parte della Cassazione, ha condannato oggi i sei imputati, tra cui Marcello Paparo, a pene fino a 5 anni e 10 mesi per vari reati, ma ha cancellato l’accusa principale prevista dall’articolo 416 bis del codice penale. Già nell’ottobre del 2013 la Suprema Corte, accogliendo il ricorso dell’avvocato Amedeo Rizza e di altri legali, aveva annullato le condanne per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e aveva ordinato un nuovo processo d’appello che si è concluso oggi, davanti alla quarta sezione penale della Corte, presieduta da Paolo Maria Giacardi. Il sostituto pg Gianni Griguolo aveva chiesto, invece, che gli imputati venissero condannati per associazione mafiosa a pene fino a 12 anni e 7 mesi. I giudici, però, hanno riconosciuto la colpevolezza solo per alcuni reati come le lesioni e il porto abusivo di armi.
Secondo le indagini della Dda di Milano, partite nel 2004, in Brianza e in particolare nella zona di Monza sarebbe stata costituita una ‘ndrina, capeggiata da Marcello Paparo, che si procurava in modo illegale appalti e commesse nel settore del movimento terra, anche attraverso intimidazioni e pestaggi. In primo grado, però, i sei imputati (Marcello, Luana, Romualdo e Salvatore Paparo, Michele Ciulla e Carmelo La Porta) erano stati già assolti dal Tribunale di Monza dall’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso e condannati solo per gli altri reati contestati. Sentenza, poi, ribaltata in appello a Milano, dove l’impianto accusatorio dell’associazione mafiosa era stato riconosciuto dai giudici, tanto che Marcello Paparo era stato condannato a 12 anni e 7 mesi. In seguito, più di due anni fa, è arrivato l’annullamento delle condanne con rinvio da parte della Cassazione e oggi la sentenza nell’appello “bis” che ha fatto crollare nuovamente l’accusa di associazione mafiosa. La pena per Marcello Paparo, difeso dall’avvocato Rizza (che assiste anche Luana Paparo e Michele Ciulla), tra l’altro, e’ stata abbassata da 6 anni a 5 anni e 10 mesi perché c’è stato il proscioglimento anche per un episodio di violenza privata.

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